L’infortunio di Milik dell’8 Ottobre scorso ha colpito in maniera profonda la programmazione estiva del Napoli che, nel mercato della cessione di Higuain, ha fallito due obiettivi fondamentali: l’acquisto di un portiere giovane che relegasse Reina al ruolo di chioccia nello spogliatoio, se non si ha fiducia in Sepe, e soprattutto un attaccante più funzionale di Gabbiadini al sistema di gioco di Sarri. Come si fa a pensare d’affrontare tre competizioni con un reparto offensivo formato solo da Milik, un rinforzo di cui bisognava verificare l’adattamento al campionato italiano, e Gabbiadini, che non è mai stato dentro il progetto tattico del Napoli?
E’ una risposta che attendiamo da tempo da De Laurentiis e Giuntoli ma che finora non è pervenuta, anzi il patron ha rilanciato la “pallina” stile tennis nel campo di Sarri, reo di non aver cambiato modulo per valorizzare l’ex Sampdoria.
Il Napoli ha programmato per il prossimo bilancio gli investimenti Rog, Maksimovic e Diawara, i rinforzi arrivati durante il mese di Agosto, la strategia era tenere pronte le risorse necessarie per Icardi e Sportiello. Per il centravanti dell’Inter, il Napoli è arrivato a proporre al gruppo Suning 62 milioni di euro mentre l’offerta all’Atalanta ammontava a circa 10 milioni. Le proposte presentate rivelano la disponibilità del club di De Laurentiis a mettere a disposizione certe cifre per completare l’organico, definito da più parti profondo in estate, valutazioni che l’evolversi della stagione degli azzurri ha completamente bocciato.
L’obiettivo del Napoli era rispondere alla partenza di Higuain con un centravanti di grande spessore, individuato durante i summit con Sarri in Icardi, il profilo ideale per valorizzare la mole di gioco proposta dagli azzurri.
L’Inter ha rifiutato le proposte per il suo capitano, l’affare Sportiello non è decollato per la mancata partenza di uno tra Sepe e Rafael e il Napoli ha concluso la sua campagna acquisti con dei nodi irrisolti.
De Laurentiis aveva tenuta libera la maglia numero 9 per costruire una campagna di marketing specifica relativa al nuovo argentino a cui affidare le chiavi dell’attacco.
Il Napoli ha costruito i suoi successi negli ultimi sei anni vissuti costantemente in Europa sulle prestazioni dei suoi centravanti: prima Cavani e poi Higuain hanno fatto da trascinatori. E’ complicato pensare di stare ad altissimi livelli sopperendo all’assenza di un grande centravanti. Milik era riuscito ad andare anche oltre le più rosee aspettative nella prima parte della stagione, poi l’infortunio ha privato il suo Napoli del suo unico riferimento offensivo perché Gabbiadini fa fatica dalla scorsa stagione a portare avanti il lavoro richiesto dall’allenatore.
Il denaro non investito in estate è ancora lì, nelle casse societarie e, quindi, potrebbe essere utilizzato nel mercato di gennaio per rimediare agli errori commessi. Icardi è ormai impossibile ma una grande società punterebbe sul miglior attaccante del campionato italiano valutando il valore espresso in campo, i margini di crescita e i parametri societari del club di De Laurentiis.
In questo momento il profilo giusto sarebbe Andrea Belotti, dirottando nelle casse di Cairo le risorse contemplate per l’affare Icardi. Cosa aspetta il Napoli a proporre al Torino 35/40 milioni più il cartellino di Gabbiadini che ritroverebbe Mihajlovic? I rapporti tra i due club non sono idilliaci ma, se si vuole dare una sterzata alla stagione, bisogna assolutamente provarci. Il recupero di Milik è un’incognita, non si può affidare un’annata alla speranza che il polacco torni quanto prima. Il ritorno in campo a marzo sembra essere l’ipotesi più concreta, poi bisogna verificare come e in che tempi avviene il pieno recupero dal punto di vista atletico e psicologico.
Zaza e Pavoletti sono delle ottime alternative, Zapata tatticamente non ha nelle corde i movimenti richiesti da Sarri, ma il Napoli, se vuole coltivare l’ambizione di restare in corsa su più fronti, deve alzare il livello dei suoi obiettivi e puntare sulla migliore soluzione possibile al momento. Sfatiamo anche il falso mito per cui è difficile portare a casa grandi colpi a gennaio.
La storia del calcio è piena di esempi: Torres al Chelsea, Suarez al Liverpool, Seedorf all’Inter ma, andando su ricordi più recenti, c’è un doppio esempio prodotto dal Milan.
Nella stagione 2010-11, quella conclusa con la prima qualificazione in Champions League del Napoli, il Milan nella sessione invernale si rinforzò con Cassano e Van Bommel, giocatori fondamentali per la conquista dello scudetto. L’ultima lezione di Galliani relativa al valore del mercato di gennaio è arrivata nel 2013, quando portò Balotelli, costruendo così la rimonta che poi portò il Milan a fine campionato al terzo posto e, quindi, alla qualificazione in Champions League. E’ il momento di spazzare via i falsi miti, d’interrogarsi e puntare in alto perché l’infortunio di Milik non deve compromettere la stagione del Napoli.
A cura di Ciro Troise
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