Siamo a metà marzo, la fase in cui si decidono i campionati, il periodo in cui si accusa la fatica delle tante partite disputate tra campionato e coppe. Nessuna squadra è brillante in questa fase, solo la Roma perché a gennaio ha iniziato in realtà un nuovo campionato, cambiando l’allenatore e inserendo tre innesti nello scacchiere titolare: Zukanovic, Perotti ed El Shaarawy.
La Roma doveva ricostruire un’idea di gioco dopo il fallimento di Garcia, il Napoli conservare e proteggere gli automatismi che Maurizio Sarri ha trasmesso a questa squadra. Non era necessaria una rivoluzione ma degli innesti mirati, funzionali, chirurgici e di spessore, naturalmente concordati con l’allenatore. Il mercato di riparazione, invece, è stato “bucato” dal club azzurro. Lo dimostra un dato: i due innesti arrivati a gennaio non hanno ancora provato l’emozione dell’esordio in maglia azzurra. Alberto Grassi, l’investimento più esoso della campagna acquisti invernale, costato 8,5 milioni di euro, era addirittura in tribuna al “Barbera”. Le parole e le scelte di Maurizio Sarri hanno dimostrato che non c’era sintonia tra società e guida tecnica in merito all’acquisto dell’ex Atalanta.
Nelle gerarchie di Sarri, Grassi è consapevole di essere destinato alla tribuna nelle occasioni in cui il Napoli avrà tutti i ventiquattro elementi della rosa a sua disposizione. Nonostante il “buco” di gennaio, Il Napoli continua a volare, va a +17 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ha già un punto in più rispetto alla fine dello scorso campionato ma soprattutto resta in scia della Juventus dei record. Il “cannibale” ha vinto diciotto delle ultime diciannove partite, dal Sassuolo al Sassuolo, in un girone intero, ha portato a casa ben cinquantasette punti sui cinquantanove disponibili, l’85% dei sessantasette con cui comanda la classifica. Il Napoli è a tre punti, ha la stessa differenza reti, è pari nello scontro diretto ma ha segnato otto gol in più avendo il secondo miglior attacco del campionato dietro la Roma. L’attacco è croce e delizia di questa squadra perché è proprio nella fase offensiva che il Napoli ha rallentato nell’ultimo mese, sono solo otto le reti realizzate nelle ultime otto gare tra campionato ed Europa League. Se si esclude la competizione europea, il Napoli ne ha segnati sette in sei gare, girando quindi sotto la media realizzativa con cui si è affermato il collettivo di Sarri. Le occasioni sprecate sotto porta sono tante ad ogni gara, gli attaccanti probabilmente spendono molte energie partecipando in maniera costante alle due fasi nella coralità del gioco proposto dal Napoli e perdono così freschezza e brillantezza nelle scelte in fase conclusiva. Calo di lucidità, un po’ di sfortuna e leziosità sotto porta sono le possibili motivazioni del netto divario tra il numero di palle-gol create in ogni gara e le reti messe a segno.
Il Napoli di Palermo consegna per il rush finale una squadra che non dà più la sensazione di essere una macchina da guerra ma è cresciuta nella capacità di gestire le partite, aspetto in cui ha fatto fatica in varie occasioni. Gli azzurri ieri in campo davano la sensazione di controllare anche il ritmo del proprio gioco, di accelerare solo quando c’era bisogno ma soprattutto ha concesso al Palermo solo una ripartenza con tiro di Vazquez dal limite dell’area. Sarri ha ammesso nel post-partita al “Barbera” l’impatto psicologico della sconfitta di Torino che ha trasformato l’entusiasmo per il primato in classifica nell’inevitabile scoramento. Rincorrere un avversario abituato a vincerle tutte alla lunga logora soprattutto se poi nove giorni dopo la sconfitta nello scontro diretto si spreca l’occasione del sorpasso con il pareggio interno contro il Milan. Il paragone con Merckx compiuto da Sarri è molto significativo: il ciclista belga vinse cinque Tour de France, andò in crisi il 13 Luglio 1975 sulla Pra-Loup, Thevenet prese la maglia gialla e non la lasciò più. Maurizio Sarri aveva sedici anni e chissà che in queste ultime nove giornate non ci sia una Pra-Loup per la Juventus che mercoledì è chiamata alla trasferta di Monaco di Baviera e domenica ha il derby in casa del Toro, che potrebbe così salvare la stagione ed evitare di farsi risucchiare ancora di più nella lotta-salvezza. Il Napoli è chiamato a farsi trovare pronto, a gestire le energie e ad evitare di sprecare occasioni come quella in casa contro il Milan per continuare a coltivare il sogno-scudetto. La realtà ci ricorda che l’obiettivo è la qualificazione in Champions League, la notizia più bella del weekend è il +10 sulle quarte Fiorentina e Inter mentre la Roma resta ancora in scia e rappresenta un avversario molto temibile per il rush finale, in cui il Napoli ha da apprendere una virtù dalla Juventus: il suo cinismo.
Ciro Troise
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