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A Firenze vinta una gara dura e spettacolare, stavolta brilla anche la difesa

Un Napoli essenziale e tecnico espugna Firenze e non si separa dalla Juve nella rincorsa alla Roma

Sul campo dove la Juventus, pur segnando due reti, è stata travolta 4-2 da Rossi e Cuadrado, un Napoli cinico e di qualità porta a casa una vittoria preziosa e significativa: Benitez sa vincere anche soffrendo. I viola, due volte in svantaggio, dovevano fare la partita e l’hanno fatta, ma pressing e difesa azzurri hanno funzionato e hanno retto l’onda d’urto. 

SPETTACOLO A FIRENZE – Fin dal fischio d’inizio la Fiorentina ha mostrato di essere in palla e di voler vendere cara la pelle. Per 10′ il Napoli si è solo difeso, e bene. Poi è uscito fuori, ha fatto valere la propria forza, è andato in vantaggio alla prima, splendida occasione. I ritmi sono rimasti altissimi con o senza palla, mai a discapito della tecnica e della qualità, quasi sempre sopraffine. Montella dispone di ottimi palleggiatori, si sapeva. Il tasso tecnico della rosa di Benitez non è da meno. E senza troppe tensioni (a differenza della partita a Roma) le due squadre hanno esibito un calcio di ottima fattura, di grande intensità e senza pause. Il pari su rigore di Rossi ha poi riequilibrato gli assetti, il Napoli ha insistito ad attaccare, con pochi fronzoli e molta precisione, favorita ancora una volta dall’efficace presenza di Mertens e dalla serata ispirata di Higuaín Callejón. Fino a conquistare con autorità il nuovo vantaggio, invariato alla conclusione nonostante l’assalto dei padroni di casa durato quasi tutto il secondo tempo.

MONTELLA, CAPOLAVORO TATTICO – Se la Fiorentina ha saputo schiacciare il Napoli è merito di uno schieramento esemplare: privo di Gomez e di prime punte, Montella ha ormai puntato su Rossi, seconda punta mobile e capace di inserirsi fra le linee. Dietro di lui, il tecnico campano ha fatto il capolavoro: nessuno dei cinque centrocampisti, tutti capaci di sortite offensive, occupava una zona fissa; posizioni mobili e intercambiabili, continue inversioni di ruoli, con Borja Valero a tutto campo, Pizarro dietro di lui a costruire, Joaquin a creare superiorità a destra e Cuadrado e Pasqual continuamente invertiti. Ancora più dietro, una difesa a quattro ben organizzata, guidata da un gran Savic ma orfana del leader Rodriguez. E l’assenza, alla fine, ha pagato.

NAPOLI, CAPOLAVORO TECNICO – La difesa viola ha ceduto soprattutto per meriti degli offensivi napoletani. Higuaín  era in serata di grazia ma non come bomber, bensì come assist-man: il primo, una ‘trivela’ fantastica per Callejón, capace di inventarsi un tiro al volo perfetto; il secondo, una sponda per Mertens, velocissimo e precisissimo quando ha bucato Neto. Due guizzi tecnici di altissima scuola hanno così neutralizzato la pressione e gli schemi della Fiorentina. Intorno, gravitavano un Mesto in costante crescita (incredibili i miglioramenti con Benitez) e un Albiol sempre sicuro e puntuale. Di contro, un po’ spento è sembrato Inler, e volenteroso ma nervoso e impreciso Pandev. Hamsik, subentrato verso la fine, ancora l’ombra di se stesso.

LA MANO DI BENITEZ – Ma se il Napoli ha contenuto il primo tempo brillante e la ripresa arrembante della Fiorentina, è anche merito di una strategia fruttuosa: Benitez, conscio delle qualità dei rivali, ha per una volta optato principalmente per una partita difensiva, spremendo Mertens in copertura quando Joaquin affiancava Cuadrado o Pasqual, chiedendo gli straordinari a Maggio sull’altra fascia e contando su un Behrami come al solito instancabile. Tanto che le variazioni ideate da Montella hanno sì prodotto azioni splendide, ma si sono scontrate sempre contro il muro napoletano, riuscendo a trafiggere un ottimo Reina (anche lui decisivo due volte) soltanto su rigore.

L’ARBITRAGGIO – La partita, agonisticamente molto carica, è stata fondamentalmente corretta ma ricca di episodi di difficile valutazione. Calvarese è stato sempre coraggioso ma spesso impreciso: ha espulso frettolosamente Maggio graziando invece Compper (fallosissimo su Callejón) e Cuadrado, che ha trattenuto Insigne da dietro quand’era già ammonito. Poco dopo, il clamoroso episodio del rigore non dato e della seconda ammonizione per simulazione. Una serie di situazioni che, se si considera solo il finale, hanno aiutato il Napoli, ma che nella somma delle scelte dubbie dell’arbitro hanno sfavorito entrambe le squadre. Non è quindi grazie all’arbitro ma grazie ad una gara accorta e cinica che Benitez ha portato a casa questi tre punti d’oro. Ora Roma, Juventus e Napoli si sono staccate dal gruppetto delle inseguitrici, ma il campionato è ancora molto lungo.

A cura di Lorenzo Licciardi

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