Manca ancora l’ultimo sforzo, il Napoli è veramente sul traguardo della missione secondo posto. La vittoria di Torino consegna il record di punti e di successi nella storia del Napoli ma soprattutto spiana la strada per la conquista della qualificazione diretta alla Champions League. Servirà l’ultimo sforzo sabato sera nella gara interna contro il Frosinone mentre la Roma sarà impegnata nella difficile trasferta di San Siro contro il Milan, impegnato nella lotta per il sesto posto che può valere l’accesso all’Europa League.
La legge del San Paolo, violato solo dall’Inter in Coppa Italia, non dovrebbe assolutamente tradire ma, se in città si percepisce la legittima felicità diffusa, il Napoli deve tenere alto il livello della concentrazione perché nel calcio non si può mai essere completamente tranquilli fino a quando non c’è il verdetto aritmetico. Da domenica mattina sarà tempo di programmare la prossima stagione che potrebbe svilupparsi su ottime premesse: gli introiti per la Champions League in cui stavolta il Napoli dovrebbe affrontare un girone meno complicato essendo proiettato alla seconda fascia.
La Juventus, campione d’Italia da due settimane, è l’unica società di serie A ad avere la certezza del proprio organigramma tecnico, dal direttore generale all’allenatore e che sta già programmando la campagna acquisti per la prossima stagione. Allegri ha già rinnovato il contratto, l’infortunio di Marchisio ha sviluppato delle necessità particolari per il centrocampo che il club bianconero sta già provando ad affrontare, individuando Andrè Gomes come principale obiettivo per rinforzare la mediana, in alternativa piace Bernardo Silva del Monaco.
Il Napoli in questa stagione ha costruito le basi per affermare il proprio ruolo in Europa e allo stesso tempo restare nelle prime posizioni del campionato italiano, dando fastidio anche alla Juventus. Basta non sfasciare quanto costruito che, invece, va puntellato, corretto sotto certi aspetti e, quindi, migliorato. La priorità è avviare un confronto serio con Sarri che punti alla permanenza dell’allenatore toscano. Il rapporto tra il costo della scommessa compiuta da De Laurentiis e i risultati prodotti a livello sportivo e di valorizzazione dell’organico impongono al patron di dare fiducia a Sarri. Non basta, però, solo trovare l’accordo per dare continuità al Napoli nella gestione tecnica ma entrambe le parti devono dare delle garanzie. La Champions League toglie moltissime energie e non può essere gestita nel modo in cui è stata condotta l’avventura del Napoli in Europa in questa stagione. Serve una rosa ampia, di qualità, inserendo giocatori di maggiore esperienza, spessore, abituati al grande palcoscenico europeo. I due scontri diretti persi al 90’ contro Roma e Juventus sono significativi, illustrano che bisogna crescere sotto il profilo della personalità, della leadership in campo che consente di gestire al meglio tanti momenti delle partite.
Se la società deve impegnarsi nella programmazione della campagna acquisti integrando giovani molto validi con elementi di spessore, esperienza e personalità, anche Maurizio Sarri dovrà assicurare una gestione diversa dell’organico, svincolandosi dal ricorso assoluto ai titolarissimi che ha scelto nella stagione in corso. Bisogna innanzitutto lavorare per l’unità d’intenti tra presidente, direttore sportivo ed allenatore, virtù assente durante il mercato di gennaio. Grassi e Regini non sono mai stati impiegati, il centrocampista dell’Atalanta è costato 8,5 milioni di euro ed ha recuperato dall’infortunio da fine febbraio. La scelta di Sarri di non puntare mai su questi due ragazzi è emblematica, esprime una diversità di vedute tra la società e il tecnico. Sarri avrebbe gradito giocatori più pronti, magari anche già abituati ai suoi meccanismi tattici, Giuntoli, invece, ha portato a casa un giovane talento. Perché Grassi non ha mai trovato spazio? Non poteva essere concesso all’ex Atalanta qualche minuto nelle gare interne ampiamente nelle mani degli azzurri? Se Sarri non considerava l’acquisto di Grassi una scelta utile almeno per l’immediato, perché il Napoli non l’ha lasciato in prestito all’Atalanta fino al termine della stagione? Chissà se queste domande troveranno risposta, nel frattempo, dopo aver battuto il Frosinone, sarà fondamentale riflettere sugli errori commessi per lanciarsi verso la prossima stagione. Il ritorno in Champions è emozionante, fantastico ma anche una responsabilità per fare in modo che il progetto Napoli vada avanti a passi sempre più spediti.
Ciro Troise
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