Poteva essere la partita giusta per mettere dei punti di sutura sulle tante, troppe ferite del Napoli. E invece anche questa sera gli azzurri (così solo ufficialmente, la maglia azzurra al San Paolo manca da molto), non demeritano, sciupano troppo e dimostrano che oltre ai propri demeriti anche la fortuna gli ha girato le spalle. L’occasionissima creata da Insigne in un coast to coast lungo quasi 70 metri salvato da Lulic, si proprio lui purtroppo, sulla linea ne è la piena dimostrazione. Ancora una sconfitta, col San Paolo che pare esser diventato terreno di conquista da parte di tutti, dove fino a qualche tempo fa, non si passava in alcun modo.
SOSTITUZIONI – La lettura della gara può essere dettata ancora una volta dalle scelte di Benitez. Il modulo quello no, non cambia mai. Può venire a crearsi qualsiasi situazione di punteggio ma il 4-2-3-1 è fedele, è come un diamante, è per sempre. Il Benitez pensiero pare essere proprio questo. I ragazzi con la maglia ”jeansata” messi in campo in questo modo soffrono, maledettamente, soprattutto a centrocampo dove Pioli preferisce giocare a 3 per circa un’ora con Cataldi, Biglia e Parolo. Gargano, tra i peggiori in assoluto, e Inler perdono sistematicamente il confronto con gli avversari. L’ingresso in campo di Mauri per il giovane under 21, trasforma il modulo in modo speculare e gli azzurri ne risentono subito, riuscendo ad alzare il baricentro e creare occasioni. L’ingresso in campo di De Guzman prima, Callejon poi, al posto di Mertens e Gabbiadini lasciano sbigottiti un pò tutti. Soprattutto la seconda. L’ultimo arrivato in casa Napoli si era reso pericoloso nella prima frazione di gioco con un calcio di punizione stampatosi sul palo e nella ripresa con un lancio per Higuain presentatosi a tu per tu con Berisha. L’argentino altro mistero. Dov’è finito il fiuto per il gol? Insigne invece, l’unico capace di creare qualcosa nell’ultima ripartenza, quella della disperazione che sarebbe potuta diventare quella della gioia incontenibile, ha fatto il suo ingresso in campo solo nel finale.
CORSIE PREFERENZIALI – La coppia Ghoulam-Mertens mette spesso in difficoltà Basta poco protetto da Candreva e Felipe Anderson che spesso si scambiano la posizione sulle ali. Dall’altra parte Maggio è l’unico a rendersi pericoloso con Gabbiadini che tende sempre a stringersi su Hamsik alle spalle di Higuain. Errore imperdonabile visto che Braafheid ha giocato 90 minuti col Cagliari domenica in campionato e non toccava il pallone da un pò per infortunio e quindi fuori forma. Il terzino in scadenza si è reso protagonista di una splendida discesa in area di rigore con un cross basso al centro dove solo una provvidenziale scivolata di Basta e l’uscita bassa di Berisha hanno evitato il peggio.
IL GOL..ELIMINAZIONE – Pioli a differenza del collega spagnolo, azzecca tutti i cambi. Prima inserisce Mauri e passa dal 4-3-3 iniziale al 4-2-3-1. Poi inserisce Lulic per Candreva. Ed è proprio il bosniaco a rendersi pericoloso e diventare decisivo. Serve un super Andujar per bloccarlo sul colpo di testa piazzato e angolato. Andujar però non può nulla sull’incursione di Felipe Anderson che cerca e trova l’inserimento del bomber di Coppa Italia in casa Lazio che con un preciso tocco fa 1-0.
INSIGNE, QUANTO SEI MANCATO – L’ultimo squillo, l’ultima opportunità, porta la firma del talento di Frattamaggiore. Calcio d’angolo in favore della Lazio. Ribatte la difesa azzurra, palla sui piedi e via verso la porta avversaria. Corsa sull’out sinistro, spalla a spalla con Biglia saltato di netto, così come De Vrij, tocco delizioso a scavalcare Berisha in uscita, ma Lulic in modo fortunoso quanto incredibile, riesce a salvare con una provvidenziale deviazione sopra la traversa. Lì è calato il sipario, Napoli eliminato dalla Coppa Italia, ad un passo dalla finale del prossimo 7 giugno. Titoli di coda: Non ci resta che… l’Europa League.
Salvatore Garofalo
