Match che lascia poco spazio ai discorsi tattici quello tra Napoli e Trabzonspor valido per la qualificazione agli ottavi di finale di Europa League già ampiamente compromessa per i turchi dopo i 4 goal subiti a Trebisonda. Il clima è da amichevole del giovedì, il Trabzonspor crede poco o nulla alla rimonta e il Napoli scende in campo per amministrare il punteggio e rodare i motori in vista dell’ostica trasferta di Torino in campionato. Azzurri che giocano a due tocchi guidati dalla voce di Pecchia che sostituisce più volte Benitez nei richiami alla squadra con il tecnico spagnolo comodamente seduto in panchina a prendere appunti. Il Napoli non ha intenzione di alzare i ritmi, discorso analogo per i turchi che si affidano a Cardozo, centravanti boa, per l’organizzazione delle (rare) trame offensive. Benitez sorprende tutti ad inizio gara schierando il Pipita Higuain dal primo minuto, il centravanti argentino è tra i più vivaci e arretra spesso tra le linee a giocare la palla divenendo quasi un centrocampista aggiunto e favorendo gli inserimenti di De Guzman e Callejon. Il goal del vantaggio azzurro è frutto di un’azione di contropiede, bravissimo Callejon ad attaccare lo spazio in una situazione di 1 contro 0, servito con i giri giusti con un cambio gioco di Mertens dalla trequarti il numero 7 azzurro si trova a tu per tu con l’estremo difensore turco provando a beffarlo incrociando il destro sul secondo palo, ma da un pò di tempo a questa parte la porta è sempre più piccola per l’ex Real Madrid, bravo l’estremo difensore ad opporsi ma sulla ribattuta arriva lesto De Guzman che a porta vuota sigla l’1 a 0. Il Napoli avrebbe più volte l’occasione per raddoppiare, sempre in azioni di contropiede alcune delle quali clamorose in evidente superiorità numerica, ma questa è sera dai facili egoismi, in cui tutti vogliono la gloria personale tradotta in conclusioni poco opportune. Nella ripresa il ritmo diviene ancora più lento, il Napoli amministra senza sprecare energie, il Trabzonspor è mentalmente fuori dal match a fa da agevole sparring partner per gli azzurri le cui trame offensive si affidano principalmente ad un unico movimento, il taglio ad attaccare l’area di rigore di Callejon che ingaggia un vero e proprio duello con Hakan Arikan. Nel secondo tempo c’è spazio anche per Duvan e Gabbiadini, interessante la collocazione tattica dell’ex Doriano che va a prender il posto di De Guzman nello scacchiere azzurro interpretando in maniera ulteriormente differente rispetto all’olandese e ad Hamsik il ruolo di trequartista centrale nei tre dietro la punta fino all’ingresso proprio del capitano slovacco che ricolloca Gabbiadini nella sua posizione più naturale di esterno destro. Nel finale di gara tutti provano a trovare la rete per la gloria personale ma è bravissimo l’estremo difensore turco ad opporsi salvaguardando almeno un parziale dignitoso.
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