AVVIO SPRINT – Anche guardando una formazione sottoposta a poco turnover, fin dal fischio d’inizio è apparso subito chiaro che il Napoli volesse chiudere presto la pratica del primo posto del girone: non che sia una novità per la squadra di Benitez la partenza lanciata, ma contro uno Slovan rassegnato e rintanato, l’inizio-lampo è stato piuttosto semplice e dopo poco più di un quarto d’ora era già 2-0. Un risultato che alla mezz’ora avrebbe potuto essere almeno doppio se non fosse stato per gli errori sotto porta di Zapata e compagni.
MERTENS MATTATORE – In entrambe le reti segnate, lo zampino di Mertens, prima goleador e poi asisst-man. A dire il vero, non l’unica individualità a brillare, in una squadra che dal primo minuto ha dimostrato un’ottima lena, a testimonianza che quando il collettivo funziona spiccano anche i singoli. Il secondo gol porta la firma di Hamsik, anch’egli rivitalizzato dai connazionali con cui ha esordito nel calcio professionistico. Attivi e ispirati Inler (gran gol sfiorato) e Gargano (molto movimento, qualche errore d’appoggio), meno bene degli altri Duvàn, non di certo per l’impegno, ma perché poco preciso in area e talvolta incapace di fare la scelta migliore.
UN’ORA DI RELAX – L’inizio del Napoli, si è detto, è stato aggressivo e deciso, con tutti gli undici azzurri molto mobili e disposti alla corsa, a differenza degli slovacchi, statici e timorosi. Dopo il duplice vantaggio, il Napoli ha progressivamente calato il ritmo, restando però in possesso del gioco e creando diverse opportunità per dilagare, pur senza strafare, e giungendo ad un finale di primo tempo rilassato, alla ricerca tranquilla della terza rete. Nel secondo tempo, copione simile: Napoli al trotto contro uno Slovan impalpabile, poco sforzo ed altre palle-gol. E ancora nel segno di Mertens, pronto a far valere la differenza tecnica sugli avversari, con numeri sopraffini. Il Napoli ha poi abbassato ulteriormente i ritmi, peggiorando lievemente anche il palleggio dei centrali di centrocampo e producendo solo un altro acuto ancora con Mertens, vicino alla doppietta e poi sostituito da De Guzman.
FIRMA ZAPATA – Nella ripresa, incitato da Benitez, Zapata ha provato a decentrarsi sulla sinistra con buoni risultati, replicando un po’ la mobilità che mette in campo il suo “superiore” Higuaìn. Dopo qualche numero sulla fascia, al terzo tentativo Duvàn ha avuto il meritato premio per la buona volontà e la crescita progressiva nel corso del match: al 75’ altra fuga laterale, assist al centro, poi una corsa in mezzo per prendere parte ad una manovra un po’ macchinosa, e infine gran stacco di testa su cross al bacio di Ghoulam. Il colombiano ha così messo la sua firma sulla gara, conclusa dopo quindici minuti senza null’altro da dire, e sull’auspicata qualificazione al primo posto del girone.
Lorenzo Licciardi
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