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Equilibrio e solidità: l’importanza di non subire reti

La trilogia azzurra: tre match senza subire reti, tre punti d’oro e terzo posto in solitaria

Con la preziosa vittoria del Franchi, il Napoli arriva alla sosta nel migliore dei modi: con il terzo posto in solitaria, un bel filotto di risultati utili e, soprattutto, la convinzione di non essere la squadra apatica e distratta vista nelle prime giornate di campionato. La prestazione offerta ieri a Firenze dalla banda Benitez è assolutamente in linea con quelle delle ultime apparizioni. Nel giro di otto giorni, inoltre, gli azzurri non solo centrano la terza vittoria ma anche il terzo match senza subire reti. Nella prima frazione di gioco gli azzurri costruiscono tanto. Diverse le occasioni gol per Higuain e compagni bravi ad andare in ripartenza o a sfruttare gli errori in palleggio dei viola. Non si vede il pressing alto ed asfissiante visto contro la Roma, Benitez chiede ai suoi di lasciare palleggiare gli uomini di Montella fino alla trequarti; è lì che gli azzurri vanno in contrasto per recuperare palla e rovesciare velocemente il fronte con i guizzi di Hamsik ed Insigne. Resta un po’ più guardingo Callejon che, nel primo tempo, deve vedersela con Cuadrado che gravita dalle sue parti. Strategia azzeccata quella del tecnico spagnolo perché il Napoli riesce spesso a recuperare palla. Buon lavoro in fase di distruzione del gioco avversario da parte di David Lopez supportato da un Jorginho in giornata che gioca un gran numero di palloni e si dimostra in netta crescita soprattutto dal punto di vista della personalità. Bene anche la coppia di centrali difensivi con Albiol apparso in condizioni psico–fisiche migliori. Sono sempre gli attaccanti azzurri a fare la differenza, è lì che si concentra la qualità della rosa di Benitez e lo si vede ogni volta che il pallone capita tra i piedi di Higuain, Insigne o Mertens. Buono anche il lavoro di Hamsik nel primo tempo; i continui movimenti dello slovacco mandano letteralmente in tilt Aquilani che non riesce mai a seguirlo o fermarlo quando il Napoli rovescia il fronte. Nella ripresa poi, dopo essere andato vicino alla rete, il capitano azzurro si spegne e Benitez lo sostituisce inserendo l’eroe di coppa De Guzman. L’olandese, dunque, confermato nella posizione di trequartista alle spalle della punta dove ha nettamente dimostrato di trovarsi più a suo agio. Nel frattempo Montella abbandona il 4-3-3 di partenza e passa ad un 3-5-2 schierando Cuadrado come esterno di destra. In questo assetto i viola trovano maggiore convinzione ed intensità. Cercano spesso il cross per la testa di Babacar (e dopo anche di Gomez) ma la retroguardia azzurra resta concentrata e sventa i traversoni avversari. Il gol vittoria azzurro arriva al minuto 61 da un affondo di Maggio sulla destra; il cross dell’esterno veneto è sul primo palo, Tomovic non libera bene ed il più veloce a raccogliere il pallone a centro area è il Pipita Higuain che scarica in rete e porta in vantaggio il Napoli. Il finale di match riserva qualche sussulto agli azzurri che soffrono un po’ ma portano a casa tre punti preziosissimi che significano terzo posto. Questo Napoli è un work in progress e lo si vede. La squadra cresce di partita in partita e lo si deve, ovviamente, al lavoro svolto dal tecnico giorno dopo giorno. La condizione atletica del gruppo è migliorata, questo è evidente come lo è del reso il lavoro psicologico di Benitez che è tornato ad infondere convinzione ai suoi uomini. La strada da percorrere è tanta, l’allenatore azzurro sembra aver trovato il bandolo della matassa adesso sta ai giocatori ed alla società dare il massimo per rendere importante una stagione iniziata nel modo peggiore possibile. Ai tifosi ed alla stampa, invece, spetta il compito di trovare quell’equilibrio invocato dallo stesso Benitez: a lui quello in campo, a noi quello fuori.

a cura di Luigi De Magistris

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