La notte di San Siro lascia un grande amaro in bocca agli azzurri ed ai suoi tifosi. Al 90’ il Napoli è avanti per 1-2 sull’Inter, ma ai padroni di casa bastano 30’’ per rimettere le cose a posto ed evitare una sconfitta pesantissima. Di contro, invece, alla squadra di Benitez bastano 30’’ per buttar via una partita che avrebbe potuto rappresentare una vera e propria svolta mentale e per la classifica in ottica terzo posto.
Eppure il match era iniziato molto male per gli azzurri. Primo tempo pessimo quello dei partenopei chiusi a lungo nella propria metà campo da un’Inter vogliosa. Insigne e Callejón vengono, in pratica, costretti a giocare dai terzini dagli esterni di Mazzarri che, seppure decimati negli interpreti, hanno la meglio per tutti i primi 45’. Il Napoli si chiude e prova a ripartire senza mai riuscirci; oltre agli ormai arcinoti problemi in fase di costruzione della manovra e di giro palla, gli azzurri scesi ieri in campo hanno commesso un gran numero di errori tecnici e d’impostazione quando c’era da andare in contropiede. Tanti gli appoggi sbagliati dalla squadra di Benitez con il tecnico spagnolo che si agita molto in panchina e che tira un sospiro di sollievo quando vede la conclusione di Hernanes stamparsi sul palo. Il Napoli soffre anche in mezzo al campo dove, mentre Medel pensa a controllare Hamsik, Kovacic ed Hernanes spadroneggiano senza convinta opposizione.
Nel corso della ripresa si vede un Napoli differente ma pur sempre poco convincete, l’Inter è meno arrembante della prima frazione di gioco. Benitez prova a cambiare le cose in mezzo al campo inserendo Jorginho per Hamsik al 61’, con l’italo-brasiliano schierato alle spalle di un Higuaín particolarmente nervoso non solo per l’astinenza dal gol ma anche per la latitanza di palloni giocabili. Si soffre un po’ meno sugli esterni e ne trae beneficio il neo entrato Mertens, che prende il posto di un affaticato Insigne autore di una prova di sacrificio estremo. Il belga si mette in mostra con un paio di guizzi che rendono un po’ più vivace la manovra azzurra. Il match s’accende definitivamente quando entra in scena José Maria Callejón che al secondo pallone giocabile della sua serata, favorito anche da un intervento maldestro di Vidic, insacca la rete dell’improvviso vantaggio partenopeo. L’Inter non s’arrende e pochi minuti dopo trova subito il pari con Guarín che, su azione di corner, spunta alle spalle di Inler e trafigge Rafael. Difesa del Napoli completamente ferma sul corner dal quale nasce il gol ed Inler, già autore di una prova non sufficiente, si lascia colpevolmente sorprendere dall’avversario. Il Napoli, però, ci prova ancora e dopo una bella azione Mertens serve una gran palla ad Higuaín, il Pipita conclude ma viene chiuso alla grande da Vidic che riscatta l’errore precedente. Il nuovo vantaggio ospite giunge al 90’ quando l’uomo che non ti aspetti, David Lopez, pesca con un sinistro dolcissimo l’uomo che ti aspetti, quel Callejón che con uno dei suoi diagonali al volo insacca la rete del 1-2. Il Napoli di Benitez, però, ci ha abituato a sofferenze difensive enormi ed a soli 30’’ dal vantaggio si fa raggiungere dal colpo di testa di Hernanes; retroguardia azzurra ancora statica e mal posizionata con Ghoulam, subentrato al posto di Britos, che non stringe verso il centro consentendo al centrocampista brasiliano di saltare completamente indisturbato. A San Siro la partita finisce 2-2, Benitez ha molto da lavorare dl punto di vista tattico e, soprattutto, dal punto di vista della personalità. Al di là della prestazione a larghi tratti opaca, gli azzurri sono mancati proprio in termine di carattere e cattiveria. Parlare, poi, dei limiti strutturali della rosa e della differente caratura, in termini tecnici e caratteriali, tra chi attacca e chi difende risulta esercizio scontato: che tutto ciò faccia riflettere chi di dovere.
a cura di Luigi De Magistris
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