26 anni dopo il Napoli torna in semifinale di una competizione europea e lo fa grazie alla sua arma migliore: l’attacco. Partono male gli azzurri, anzi malissimo. Dopo appena un minuto il Wolfsburg va vicino al vantaggio e solo un provvidenziale intervento di Andujar salva il Napoli. Primo tempo decisamente sottotono per la squadra di Benitez; contratti e timorosi, i partenopei concedono campo e chance ai tedeschi che si dannano senza però fare male. I pericoli principali per arrivano soprattutto dal lato di Fauzi Ghoulam; su quella corsia il Wolfsburg riesce spesso a sfondare con il terzino algerino e Mertens che fanno molta fatica a contenere Caligiuri e Trasch
TUTTA UN’ALTRA RIPRESA – Dal tunnel dell’impianto di Fuorigrotta esce un Napoli completamente trasformato. Rafa Benitez deve essersi fatto sentire negli spogliatoi perché la squadra gioca con un piglio decisamente diverso. Agli azzurri bastano appena 15 minuti per mettere in cassaforte una qualificazione già blindata grazie alla portentosa prestazione della Volkswagen Arena. Higuain prende per mano la squadra e mette lo zampino in entrambe le reti azzurre: il Pipita prima lancia a rete Callejon con una precisa e repentina apertura mancina, mentre dieci minuti dopo serve con un tocco volante l’accorrente Dries Mertens che, con scaltrezza, incassa il raddoppio. In questa azione, però, va sottolineata anche la giocata di Lorenzo Insigne; il folletto di Frattamaggiore, subentrato al posto di capitan Hamsik, dà il la a tutta l’azione con il suo classico suggerimento col contagiri a liberare l’uomo che si smarca sul secondo palo, in questo caso Gonzalo Higuain.
ORGOGLIO TEUTONICO – Sotto di due reti, viene fuori tutto l’orgoglio della squadra di Hecking che pareggia i conti nel giro di due minuti. Ad accorciare le distanze ci pensa la zuccata di Timm Klose su azione di corner, mentre il pareggio lo sigla Perisic approfittando della mancata diagonale di Giandomenico Mesto che non lo segue nel taglio. S’infuria Benitez per le due reti causate da disattenzioni dei singoli e corre subito ai ripari: fuori Mertens dentro Henrique; Napoli schierato adesso in un 4-1-4-1 con il brasiliano d’avanti alla difesa pronto a dare una mano sui colpi di testa.
Azzurri in semifinale grazie ad una grande prestazione ed una buona gestione dei 180’ condotti seguendo l’idea di gioco del tecnico spagnolo ma caratterizzati, ancora una volta, da qualche disattenzione di troppo in fase difensiva.
A cura di Luigi De Magistris
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