VERSO LA GARA – Dopo la vittoria casalinga di Champions contro il Benfica, il Napoli di Sarri affronta l’Atalanta allo stadio Atleti Azzurri d’Italia per cercare di scongiurare una possibile fuga della Juventus (che ha battuto 3-0 l’Empoli in trasferta): il tecnico dei partenopei manda in campo una squadra in parte rimaneggiata, con Maksimovic che sostituisce dal primo minuto l’infortunato Albiol e Zielinski che rileva Allan; inoltre, Sarri schiera Insigne a supporto di Milik. Gasperini, tecnico dell’Atalanta, si affida a Caldara in difesa (che viene così preferito a Zukanovic e trova l’esordio stagionale) e sostituisce lo squalificato Kessie con Gagliardini; in attacco, l’ex tecnico del Genoa schiera il tridente Kurtic-Petagna-Gomez. Nel gioco di Gasperini, risulta cruciale il lavoro degli esterni, dunque i duelli sulle fasce potrebbero rivelarsi decisivi quanto mai per le sorti della partita; inoltre, bisognerà valutare la posizione di Kurtic, che potrebbe agire anche da centrocampista – soprattutto in fase di non possesso – in un potenziale 3-5-2.
LE CHIAVI DEL MATCH – Fin dai primi minuti di gara, si intravedono delle costanti tattiche che non vanno sottovalutate: in particolare, va sottolineato l’ottimo lavoro in fase di non possesso di Petagna, che impedisce a Koulibaly di far cominciare la manovra azzurra dalle retrovie; combinata con la marcatura su Jorginho di Kurtic – che, come era prevedibile, agisce da esterno sulle ripartenze per poi indietreggiare a centrocampo quando è il Napoli ad attaccare –, questa mossa di Gasperini crea alcuni problemi agli azzurri in fase di impostazione. All’8’, l’attaccante classe ’95 dell’Atalanta si rivela decisivo anche in fase realizzativa: su un cross di Gomez dall’out di sinistra, Koulibaly stacca per anticipare proprio Petagna, ma liscia il pallone – mettendo fuori causa anche Ghoulam – e consente all’attaccante scuola Milan di concludere a rete. Aggressività e intensità di gioco – tra le impronte calcistiche più ricorrenti nelle squadre di Gasperini – caratterizzano il primo tempo dei padroni di casa, che ripartono spesso rapidamente – sfruttando le qualità di Kurtic e soprattutto di Gomez – e rischiano anche di raddoppiare al 33’ con Dramé: dal limite dell’area, il calciatore senegalese colpisce la traversa. Nella ripresa, il Napoli prova a spingere sull’acceleratore, ma l’Atalanta si difende in modo efficace e riparte sistematicamente con i suoi esterni offensivi, mettendo talvolta in seria difficoltà la difesa azzurra. Al 53’, Sarri manda in campo Mertens al posto di Callejon per provare a sfruttare l’imprevedibilità del fantasista belga, anche a costo di sbilanciarsi ulteriormente; il Napoli non riesce a concretizzare le occasioni e lascia talvolta il fianco scoperto al contropiede dei padroni di casa, che nel frattempo sostituiscono a sorpresa l’uomo partita, Petagna, con Grassi, calciatore in prestito proprio dal Napoli, per rinforzare il centrocampo in vista degli ultimi venti minuti di gara. Proprio Grassi va vicinissimo al goal dopo una ripartenza in solitaria negli ultimi minuti di gioco, visto che il Napoli si era ulteriormente sbilanciato con l’ingresso di Gabbiadini al posto di Jorginho – l’ex attaccante della Sampdoria va dunque ad affiancare Milik in attacco un un 4-4-2 piuttosto offensivo – e si era proiettato nella metà campo avversaria con molti giocatori. Il match termina col risultato di 1-0 per l’Atalanta padrona di casa: gli assalti del Napoli nel finale non sono riusciti a scardinare la solida difesa degli orobici e per i ragazzi di Sarri arriva dunque la prima sconfitta in campionato; dopo sette giornate, la Juventus lancia segnali di fuga, ritrovando in vetta a +4 dagli azzurri.
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