Tante, troppe cose non hanno funzionato nella trasferta di Verona per poter trovare un solo responsabile. Risulta persino difficile analizzare un imbarazzante déjà vu delle ultime partite in trasferta. Palermo, Torino, Verona, tre indizi fanno una prova ma forse anche qualcosa in più. Tanti i meriti dell’Hellas e di Mandorlini ma il Napoli è rimasto agli elogi del giovedì. Approccio totalmente sbagliato per gli azzurri che subiscono l’aggressività del Verona nella prima mezzora. Il primo goal di Toni è un pasticcio combinato tra Britos e Andujar. Il difensore uruguaiano si fa bruciare troppo ingenuamente dall’ex centravanti della Nazionale Azzurra, Mesto è bravo a recuperare la posizione e a mettersi tra Toni ed il pallone proteggendo Andujar che però sbaglia totalmente il tempo dell’uscita non bloccando il pallone, andando a sbattere con il compagno di squadra e lasciando la porta sguarnita per il tap-in del numero 9 gialloblu. Il Napoli non risponde, è lento nelle gambe e nella testa, il tutto si traduce con un palleggio sterile in orizzontale di facile lettura per il Verona che si chiude e riparte in maniera insidiosa. Gli unici pericoli azzurri sono affidati a palle sporche in area che Zapata prova invano a convertire in goal. Nonostante tutto il Napoli termina in crescendo, dando lumi di speranza per la ripresa, spenti quasi nell’immediato dal raddoppio di Toni. Passaggio sanguinoso in orizzontale sbagliato da David Lopez che lascia partire Hallfredsson in contropiede, nessun azzurro riesce a fermare la progressione dell’islandese che fa tutto il campo per poi servire Toni che in area di rigore non sbaglia portando il Verona sul 2 a 0. Nel Napoli non funziona quasi nulla, gli esterni sono in giornata no, sia quelli bassi che vengono travolti dai pari ruolo del Verona, sia quelli alti che non riescono mai a superare l’uomo in uno contro uno per generare superiorità numerica. Male anche il centrocampo ed Hamsik, il pallone gira lentamente e solo in orizzontale e non si riesce mai a trovare l’imbucata verticale per Duvan. Perplessità anche nei cambi di Benitez, scelte tardive e non prive di dubbio, il primo ad entrare è Callejon per De Guzman al 62′, scelta che poi viene quasi rinnegata quando dieci minuti più tardi Higuaìn subentra al posto di Mesto e il numero 7 azzurro viene schierato da terzino, completamente fuori ruolo e avulso dal gioco visto che non ha caratteristiche di spinta e di corsa sul lungo, non porta mai una sovrapposizione all’esterno alto e resta spesso timidamente ancorato alla linea arretrata giocando a tutti gli effetti da difensore, una scelta inspiegabile che getta in confusione l’intero schieramento tattico del Napoli con Hamsik schierato da ala destra e il Pipita da trequartista. All’81esimo c’è spazio anche per Gabbiadini che in meno di 6 minuti crea l’occasione più pericolosa con un tiro da trenta metri che si infrange all’incrocio dei pali, anche in questo caso però la sostituzione genera dei dubbi, sia per la tempistica che per la scelta, l’ex doriano prende il posto del capitano slovacco, di certo non brillantissimo ma in uno stato d’assedio come questo a cosa serviva tenere in campo David Lopez? Non poteva magari esser più utile arretrare Hamsik per provare ad avere più qualità in mezzo al campo? Dubbi che ci porteremo fino alla trasferta di Mosca di giovedì, di certo non si può sottovalutare il fatto che il Napoli è alla quartantaduesima partita stagione e che probabilmente la rosa non è all’altezza per lottare al 100% su tre competizioni.
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