Il sogno scudetto nello scorso campionato ha scatenato manifestazioni di grande entusiasmo a Napoli, delle diapositive di passione che sembrano arcaiche al confronto dei numeri del botteghino al San Paolo nelle ultime gare. Il Napoli fu trascinato verso Torino e accolto al ritorno a Capodichino da una folla incredibile, gli azzurri furono travolti da una marea che festeggiò il successo contro la Juventus, il primo allo Stadium, che non valeva lo scudetto ma soltanto il -1 che teneva il sogno più vivo che mai. Il tifoso del Napoli non ha mai avuto un legame ossessivo con la vittoria, sarebbe stato impossibile per la sua storia visti i pochissimi successi raggiunti. La sfida contro la Juventus è la quintessenza dell’anima identitaria del tifo azzurro, se non avrà la giusta cornice di pubblico bisognerà prendere atto di un ridimensionamento profondo della passione per il calcio, analizzare la questione e affrontarla senza schierarsi in fazioni o ancora peggio ergersi a giustizieri morali.
Il Napoli domenica sera ha una grande occasione: spingere il piede sull’acceleratore dell’entusiasmo, risorsa fondamentale nel calcio che sul lungo periodo può dare grandi risultati. Battere la Juventus potrebbe generare un’iniezione di forte empatia con il pubblico che avrebbe un’onda lunga per la gara di giovedì contro il Salisburgo che nel doppio confronto con gli austriaci può essere determinante. L’Europa League è un obiettivo concreto e storico allo stesso tempo ma il Napoli ha bisogno di dare una “sveglia” al campionato, passare da -13 a -10 sposterebbe poco gli equilibri della classifica ma vincere contro la Juventus è sempre un’emozione forte e tutto l’ambiente ne ha bisogno. Altro che ossessione per la vittoria, vivere e condividere emozioni è il leitmotiv storico del tifoso del Napoli. Bisogna ripartire da questo concetto per bonificare la città dalle tensioni di un clima tossico, dalle contestazioni perenni e soprattutto dal rifiuto per il San Paolo che hanno manifestato in tanti.
Il Napoli per rendimento interno è solo a -2 dalla Juventus, nelle partite casalinghe ha segnato gli stessi gol dei bianconeri e ne ha subito anche uno in meno. La forza emotiva del San Paolo può aiutare gli azzurri nei momenti in cui cambia la partita come avvenne all’andata quando Mario Rui e compagni si fecero condizionare dal nervosismo nel momento in cui la Juventus alzò il livello dell’impatto fisico e dell’intensità dopo i primi venti minuti di sbandamento. Ancelotti ha mantenuto le promesse, il Napoli di febbraio è in crescita rispetto al calo post Liverpool, contro Sampdoria, Fiorentina, Zurigo, Torino e Parma si è sempre espresso su ottimi livelli riguardo al gioco, in certe gare è mancato il gol ma è un limite da inquadrare in un’ottica più generale, analizzando le caratteristiche degli uomini dell’attacco del Napoli. Per passare dall’ordinario allo straordinario c’è bisogno di qualcosa in più, l’Europa League è la strada maestra ma tornare a vincere al San Paolo contro la Juventus in campionato dopo tre anni e mezzo sarebbe un atto di forza, Ancelotti lo sa e lavorerà per togliersi questo grande sfizio.
Ciro Troise
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