Tornare a vincere per concludere il campionato intorno alla quota 80 e lavorare per il futuro, così il Napoli ha approcciato agli ultimi impegni e i tre successi consecutivi contro il Frosinone, il Cagliari e la Spal rivelano che gli azzurri stanno rispettando l’impegno di concludere in bellezza l’annata.
Il Napoli non aveva mai vinto tre partite consecutive nel corso di questo campionato e, considerando tutte le competizioni, gli azzurri non portavano a casa una striscia di tre successi dal mese di dicembre, quando furono sconfitte la Stella Rossa, l’Atalanta e il Frosinone. Il campionato ha poco da dire in termini di risultati ma, oltre al rispetto verso i tifosi dimostrato con le prestazioni, dalle ultime gare il Napoli si porta dietro degli appunti per il futuro. “Voglio un Napoli che abbia più identità”, disse Ancelotti alla vigilia della gara contro la Stella Rossa, il primo appuntamento in Champions League. Costruire una squadra capace d’indossare più vestiti a seconda delle esigenze è una missione complessa da realizzare sia sul campo che sul mercato. Ancelotti quest’estate non avrà più il “sarrismo” da gestire, l’eredità da superare in maniera graduale, senza i Mondiali potrà concentrarsi sulla costruzione del suo Napoli sin dal primo giorno di ritiro, poi bisogna fare in modo che non ci siano gli scossoni avvenuti a gennaio-febbraio: il caso Allan, la cessione di Hamsik, l’infortunio di Albiol. Saranno molto importanti anche i rinforzi, servono giocatori di spessore, capaci d’interpretare i momenti delle partite. Il Napoli arrivava al “Mazza” senza Mertens e Insigne, non capitava da tre anni e mezzo di dover rinunciare ad entrambi. Ancelotti ha approfittato della situazione per inventare una squadra nuova, “approfittare” dell’emergenza in attacco e sperimentare un’idea di cui ha parlato anche con Insigne al vertice a casa sua: il 4-2-3-1. Ancelotti non è soddisfatto del giro-palla del suo Napoli, soprattutto delle difficoltà in uscita sul pressing avversario, il ricordo della gara di Londra è la fotografia più importante. Semplici imposta il pressing alto con i due attaccanti, Ancelotti ha “sparigliato le carte” sin dalla prima costruzione abbassando Allan come riferimento sul centro-destra quasi in linea con Koulibaly e Luperto, Fabian fungeva da play per raccogliere lo scarico alle spalle della pressione di Petagna e Floccari, poi Callejon, Zielinski e Younes, venendo dietro al campo e liberando la fascia a Malcuit e Mario Rui, creavano superiorità numerica. Il lavoro di Allan ricordava quello di Mascherano nel Barcellona di Guardiola che fronteggiò la malattia di Abidal e l’infortunio di Puyol vincendo la Liga e la Champions League. Il Napoli nel primo tempo ha preso pieno possesso del campo, ha creato varie palle-gol nitide e ha rischiato solo un possibile fallo di rigore di Koulibaly su Petagna, situazione nata da uno degli errori di Fabian Ruiz che ha confermato ancora una volta di non avere le caratteristiche per lavorare da play. Lo spagnolo non ha i tempi, la visione di gioco, la sensibilità per questo ruolo, ha, invece, la gamba, la capacità d’andare in progressione e gli deve essere concessa la libertà d’attaccare gli spazi. Ancelotti ha confermato la ricerca di un centrocampista di qualità per rinforzarsi sotto quest’aspetto. Oltre le occasioni sprecate nel primo tempo, leitmotiv dell’intera stagione (il Napoli ha segnato sette gol in meno rispetto ad un anno fa, quando Mertens e compagni avevano una differenza di -18 nel confronto con la seconda stagione di Sarri in panchina), Ancelotti deve riflettere sui venti minuti che il Napoli ha concesso al dominio della Spal, capace con l’ingresso di Antenucci di trovare la profondità per schiacciare il Napoli, costringerlo a difendere in area e così sono nate le varie occasioni sventate da Meret e il rigore che ha portato al momentaneo pareggio. Da Verdi e Zielinski, che vagavano per il campo per comprendere cosa fare con il nuovo assetto tattico della Spal, alla linea difensiva, il Napoli ha concesso agli avversari varie palle-gol. La rete di Mario Rui ha dato la vittoria, confermando che questa squadra, al di là di alcuni momenti complessi, abbia un’anima, lo dimostra un numero: 25 gol stagionali nell’ultimo quarto d’ora (il 29% del dato complessivo delle 86 reti realizzate).
Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro