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Al Napoli bastano dieci minuti d’intensità per avere la meglio del Genoa ed espugnare Marassi

Tre reti caratterizzate da altrettanti evidenti errori difensivi

Pronti, via. Due minuti di gioco ed il Napoli passa in vantaggio a Marassi; Insigne allarga il gioco per Higuain, il Pipita pesca con un mancino delizioso Callejon che con un destro al volo, dalla sua zolla, trafigge Perin e porta in vantaggio gli azzurri. Il Genoa si fa trovare impreparato al primo affondo ospite e, se l’ex Real è impeccabile nell’esecuzione della conclusione ed Higuain è bravo ad allargarsi, altrettanto non si può dire della retroguardia rossoblù; evidente l’errore di posizione di Antonelli che si lascia scavalcare dal tocco morbido dell’argentino e dimentica Callejon alle sue spalle. La rete imbastita dai due ex blancos sembra aver restituito il Napoli dei tempi migliori, ma non è così. Con il passare dei minuti viene fuori il solito problema di gestione del pallone, e quindi del risultato. I padroni di casa alzano il ritmo e la squadra di Benitez va in difficoltà senza riuscire a trovare gli spazi per ripartire e commettendo gli ormai noti errori in fase di costruzione che nemmeno il ritorno di Inler in mediana sembrano aver cancellato o, quantomeno, ridimensionato. Al 26’ Rafael si esalta tra i pali opponendosi alla grande al colpo di testa di Pinilla; tutto nasce da un errore in fase d’impostazione della ripartenza da parte di Koulibaly che consegna palla al Genoa. Sturaro, una volta recuperato il pallone, scarica a destra e dalla fascia arriva un cross preciso per la testa del centravanti cileno che si vede negare il goal dal grande intervento del portiere brasiliano. È il preludio alla rete del pareggio che arriva tredici minuti dopo. Marchese al minuto 39 può serenamente crossare dalla sinistra grazie allo spazio lasciatogli da Maggio che era andato a commettere fallo fuori posizione. L’ex Catania pesca l’ottimo Pinilla che svetta tra Koulibaly e Zuniga. Evidente, anche in occasione di questa realizzazione, l’errore di posizionamento del centrale francese che si perde Pinilla e si lascia scavalcare dal traversone. Il match è godibile nonostante gli errori di misura in fase d’impostazione da una parte e dall’altra. Le squadre giocano con intensità e si danno battaglia.
I CAMBI – A scuotere l’andamento del match sono i cambi nella ripresa. Dopo il forcing iniziale del Genoa, il Napoli inizia lentamente a crescere d’intensità concedendo, comunque, qualche sporadica ripartenza ai padroni di casa fermati da tempestive chiusure di Koulibaly la cui prestazione nel corso della ripresa riscatta qualche sbavatura di troppo vista nella prima frazione. Al 66’ Benitez inserisce Mertens al posto di Callejon ed il belga, dopo qualche giocata non riuscita, riesce a dire la sua nel match. Suo è l’assist per l’ottimo taglio centrale di Insigne che infila con la sua velocità l’allegra retroguardia rossoblù, ma Lorenzo non riesce a fare altrettanto con Perin. La sostituzione che decide il match è, senza ombra di dubbio, quella che al minuto 73 vede De Guzman fare il suo debutto in azzurro subentrando al posto di Hamsik. L’olandese va proprio ad occupare la posizione in campo del capitano partenopeo sistemandosi alle spalle di Higuain nel 4-2-3-1 di Rafa Benitez. L’intensità del Napoli continua a salire e, pur senza creare chissà cosa, riesce comunque ad impensierire il Genoa con Zuniga prima e con Mertens ed Higuain dopo. Ma è a pochi secondi dalla fine che giunge il gol vittoria di De Guzman. L’olandese, spostatosi a destra dopo l’ingresso in campo di Michu, è bravo a sbucare alle spalle della linea difensiva del Genoa ed a sorprendere un Antonelli ancora una volta distratto. L’ex Swansea è pronto e lesto a raccogliere la palla scodellata al centro dal rientrante Zuniga che, nonostante le condizioni fisiche non proprio ottimali, offre una buona prova. Partita decisa in extremis e condizionata, negli episodi, da sbavature difensive piuttosto importanti. Tre punti d’oro per il Napoli ed una sosta di campionato che arriva nel momento giusto; Benitez dovrà continuare a lavorare sulla fase di gestione del pallone ma, soprattutto, dovrà dare la scossa psicologica al gruppo.

A cura di Luigi De Magistris

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