Dalle fatiche di Dimaro a Napoli-Frosinone, è stata una stagione lunga, intensa, ricca d’emozioni. Sono così tante che è difficile isolarle in fotogrammi ma quest’avventura merita un’analisi complessa, ricca di valutazioni, alla ricerca di ciò che ha funzionato e di ciò che, invece, non è andato al meglio.
Il Napoli ha raggiunto record di punti, vittorie, è tornato in Champions League, ha portato il suo centravanti al più alto numero di gol realizzati durante un campionato di serie A. Non è assolutamente roba da poco, che si può ridimensionare usando la straordinarietà di Higuain per dimenticare che le giocate del Pipita nascono in un contesto che esprime tanta qualità di gioco. La prima certezza su cui soffermarsi in vista della prossima stagione si chiama Maurizio Sarri, che ha dimostrato di coniugare il gioco propositivo, innovativo con la capacità di renderlo efficace, di portare a casa i punti andando anche oltre le capacità dell’organico a sua disposizione. E’ in programma un lungo confronto tra De Laurentiis e Sarri, c’è la necessità di chiarirsi perché non tutto è andato nel verso giusto in questa stagione. Basta ricordarsi di Alberto Grassi che ha concluso la stagione senza scendere in campo con la maglia azzurra. L’ex Atalanta è costato 8,5 milioni di euro, quest’investimento non ha mai raccolto l’entusiasmo dell’allenatore che l’ha più volte definito acerbo per il Napoli dopo le sole tredici presenze in serie A in maglia nerazzurra.
La qualificazione in Champions League produce per il Napoli tanti introiti ma allo stesso tempo è un cliente difficile. Reggere i tre fronti affrontando realtà internazionali di grosso calibro non è assolutamente un compito agevole. Serve una rosa ampia, di spessore, di personalità e soprattutto una svolta concettuale da parte di Sarri, se troverà l’accordo con De Laurentiis.
L’allenatore toscano dovrà coniugare la complessità del suo gioco con la gestione del turn-over, il limite più profondo emerso nella stagione in corso. Basta spulciare i dati relativi al minutaggio per rendersene conto. Maggio, Valdifiori, Gabbiadini e Strinic, che sono i più scontenti, sommando i minutaggi complessivi in campionato, raggiungono poco meno della metà dei minuti giocati da Insigne, l’ultimo dei titolarissimi di Maurizio Sarri.
La stagione appena terminata era di transizione, è nata tra tanti dubbi, con un inizio molto complicato e, quindi, Sarri ha dovuto lavorare sulle certezze, cercando di blindare l’identità di gioco e puntando sugli stessi uomini per non modificare gli equilibri della squadra.
Ora va progettato un lavoro diverso, la riconferma di Sarri è il primo passo ma non basta. Sarri deve abbandonare questa “maschera” per cui il mercato non gli interessa ed allena ciò che gli viene dato mettendosi al tavolo della società e concordando le caratteristiche tecnico-tattiche dei rinforzi da trovare. Il siparietto con De Laurentiis di fine stagione dimostra che gli interessa molto (come è ovvio che sia) lo spessore e la tipologia di acquisti, quindi condivida con la società le idee e anche le difficoltà della campagna trasferimenti. Dai rinnovi alle eventuali cessioni, tutto va concordato e condotto all’esterno con unità d’intenti. A gennaio ciò non è avvenuto, sbagliare di nuovo in questa fase sarebbe delittuoso.
La certezza più bella di questo Napoli si chiama Gonzalo Higuain, trattenerlo sarebbe il rinforzo più entusiasmante. De Laurentiis sta lavorando ad una possibile strategia per continuare l’avventura del centravanti argentino in maglia azzurra, sta cercando sponsor da coinvolgere nella missione del rinnovo del contratto aumentando l’ingaggio di circa 5,5 milioni percepito finora. Le premesse sono interessanti ma allo stesso tempo bisogna capire cosa succede sul mercato internazionale.
Il Bayern Monaco è sempre in agguato se parte Lewandowski, Chelsea e Manchester United senza Champions sono variabili impazzite da non abbandonare e il Paris Saint Germain senza Ibrahimovic e forse Cavani è un’ipotesi sempre calda. Tonelli è stato il primo acquisto, conosce i meccanismi tattici della fase difensiva di Maurizio Sarri, come rincalzo va bene ma guai a considerarlo il futuro titolare inamovibile in caso di partenza di Albiol. La conferma di Sarri, i primi colpi e la programmazione su cessioni e rinnovi: il Napoli da Champions prende forma. Servono serietà, coraggio e unità d’intenti, la programmazione è uno degli aspetti più importanti di una stagione sportiva.
Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro