E’ una battaglia sui nervi, psicologica e la Juventus ha tante armi in più: l’abitudine a vincere, la rosa più ampia e qualitativamente superiore nel suo complesso mentre il Napoli si tiene stretto quel punto di vantaggio che costringe gli altri ad inseguire. Mancano sedici tappe, il Napoli come la Juventus ha intensificato i carichi di lavoro in queste settimane senza il doppio impegno, l’obiettivo è arrivare ai mesi decisivi nella maniera più brillante possibile. Il mercato anche può aiutare nella gestione delle energie, Younes può dare il suo contributo, con Ghoulam e Milik potrebbe avere nell’Europa League la vetrina per mettersi in mostra e convincere Sarri ad accelerare il suo inserimento in gruppo. L’acquisto di Politano, con il prestito di Ounas al Sassuolo, arricchirebbe molto il ventaglio delle soluzioni offensive a disposizione di Sarri, alzando lo spessore tecnico e inserendo un possibile cambio utile soprattutto per Callejon.
La volontà del calciatore può incidere ma la trattativa non è semplice, i rapporti tra la Juventus e il Sassuolo rappresentano un muro difficile da superare. Il mercato può essere d’aiuto ma il Napoli non deve mai “sentirsi arrivato”, c’è ancora da crescere sotto l’aspetto mentale. Le sei vittorie ottenute in rimonta testimoniano la grande capacità di reagire alle difficoltà messa in mostra dal Napoli che ha trovato nella determinazione, nella fame, nel sogno di dare seguito al patto scudetto tanta forza. Il bicchiere è assolutamente mezzo pieno ma bisogna analizzare tutti i dati, anche quelli che testimoniano che questo gruppo abbia ancora ampi margini di crescita. Gli azzurri sono andati sette volte in svantaggio nell’arco di ventidue partite di campionato, hanno incassato 6 dei 14 gol subiti entro il 15’ (il 42%), 8, invece, nella prima mezz’ora (il 57%). Bisogna lavorare sull’approccio alla gara, sulla capacità di tirar fuori la personalità sin dalle battute iniziali della partita senza farsi trascinare dagli eventi, come ha fatto il Napoli in varie occasioni. I numeri raccontano il campionato straordinario compiuto dagli azzurri che hanno dodici punti in più di un anno fa segnando gli stessi gol e subendo undici reti in meno. L’ultimo step è alzare il livello d’intensità espresso sin dalle fasi iniziali delle partite perché non sempre si può riuscire a ribaltare il risultato, come dimostra la maledetta serata del gol di Higuain.
Ciro Troise
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