E’ l’icona Mundial, per sempre, lui e la coppa levata al cielo, quelle mani diventate simbolo grazie al pennello di Renato Guttuso, quelle mani che prima di allora (e anche un po’ dopo) avevano parato per il Napoli e la Signora, prima di inchiodare sulla linea il colpo di testa di Oscar, nella leggendaria semifinale con il Brasile. Alla Juve, poi, Dino Zoff è stato anche da allenatore. Come alla Lazio, dove è diventato persino presidente: sembra una vita fa. D’altra parte, nella Capitale, lui friulano di Mariano, ha messo le radici, e tanto basterebbe – lo status di romano d’adozione e quello di ex laziale – a ragionare di Roma-Lazio come di Napoli-Juve. A pensarci bene, in qualche modo un po’ di Roma l’ha allenata comunque, in Nazionale: la sua Italia che si giocò l’Europeo 2000 contro la Francia aveva come tandem d’attacco Totti e Del Vecchio, in staffetta con Montella. Con lui, Dino Zoff, ragioniamo sulla domenica che promette emozioni a non finire e che può cambiare la storia di questo campionato.
Napoli-Juve e il derby dell’Olimpico, le prime quattro in classifica che si sfidano tra di loro: può essere una domenica spot per il campionato italiano?
«Quanto allo spettacolo, si vedrà sul campo, come sempre. Di sicuro, le credenziali ci sono tutte, possiamo aspettarcelo».
Sarà anche una domenica in grado di cambiare la storia di questo campionato?
«Sicuramente sarà una giornata cruciale, prima di tutto perché c’è Juve-Napoli, importantissima. E poi per per il derby Roma-Lazio, una partita che avrà le stesse difficoltà e sulla quale vanno fatte le stesse considerazioni. Direi che si prospetta una domenica importante e delicata, per tutte e quattro le squadre coinvolte».
Chi si gioca di più?
«La Juventus gioca per rincofermarsi in testa alla classifica, il Napoli per avere la speranza di poter puntare a qualcosa in più rispetto al terzo posto. Quanto al derby, Roma-Lazio esula logicamente dal resto del campionato e quindi anche dai pronostici. A maggior ragione perché entrambe le squadre sono in salute. Sì, sarà una domenica importante per il nostro campionato».
Napoli e Juve domani si ritroveranno venti giorni dopo la finale di Supercoppa. Dobbiamo aspettarci una partita diversa rispetto a quella di Doha?
«Può essere una partita ugualmente interessante, pur non essendo una finale. Sul fatto di vedere qualcosa di diverso, non so. Erano e sono due buone squadre, oggi come tre settimane fa. C’è la Juventus che è in testa alla classifica e che ha tutte le credenziali per fare un’ottima partita. E il Napoli che ultimamente sta andando bene. Certo, per gli azzurri possono aprirsi tante possibilità per il futuro… Dipende tutto dalla gara di domani».
Prima e dopo la Supercoppa, la Juve ha palesato qualche difficoltà, per esempio nello gestire il vantaggio…
«E’ in testa alla classifica, non credo ci sia una difficoltà vera, dopo tre campionati di fila al comando qualche problemino può succedere. Ma se è sempre prima, vuol dire che le cose stanno andando per il verso giusto».
Immaginava un Napoli più in alto in classifica a questo punto della stagione?
«Ha avuto un inizio di stagione un po’ problematico, ma adesso si sta riprendendo e sta tornando su quelle che erano le aspettative estive».
Per il Napoli e per la stessa Lazio, realisticamente, l’obiettivo massimo è il terzo posto?
«Quando parlavo di domenica importante e delicata, mi riferivo a questo: con una vittoria per il Napoli si aprirebbe qualche spiraglio, ci sarebbe qualche “speranzella” in più…».
Nove punti di distacco dal secondo posto, dieci dalla vetta: sono troppi?
«Sì, sono tanti. Se invece domani diventano di meno, si può ancora sperare».
Napoli-Juve sarà ancora Higuain contro Tevez, come a Doha?
«No, assolutamente. La Juve gioca coralmente, contro l’Inter ha disputato un grande primo tempo».
Però ultimamente segna solo l’Apache…
«Forse. Ma, oltre gli attaccanti, c’è un calciatore come Pogba, che può sempre inventare la giocata. La Juve è favorita».
Prima della notte del San Paolo, c’è Roma-Lazio ad aprire la domenica pomeriggio.
«Una sfida tutta da giocare. Le due squadre sono in ottima salute e il derby va sempre oltre ogni previsione. La speranza è che sia anche un bel derby…».
Come si svilupperà la gara?
«Sarà sicuramente una buona partita. Mi auguro soprattutto che non sia particolarmente nervosa, ecco: in questo modo verrebbe venire fuori sicuramente una sfida gradevole».
Benitez-Allegri, Garcia-Pioli: la nuova generazione italiana contro la scuola straniera. Cosa hanno portato lo spagnolo e il francese nel nostro campionato?
«Non vedo poi tante differenze, non parlerei più neanche di scuole, quando sei sul campo non è così facile cambiare. Non direi neanche che Benitez e Garcia siano stati contaminati dal calcio italiano. Direi semplicemente questo: hanno due buone squadre e quindi stanno facendo delle buone cose da noi».
fonte: Corriere dello sport
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