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Walter Novellino: «C’è appannamento, manca la spinta dei nuovi»

Una promozione indimenticabile col Napoli, il tecnico (che ha lasciato a dicembre il Livorno) ha seguito in tv la partita con il Cesena

Napoli gli è rimasta dentro. Una promozione indimenticabile, un rapporto speciale con la gente. Walter Novellino, esonerato a dicembre a Livorno, ha seguito in tv la partita con il Cesena e domenica vide quella contro il Genoa.
Non è un bel momento in campionato, come lo spiega?
«A mio avviso il problema in questa fase è soprattutto di natura atletica. Contro il Cesena non ho visto la brillantezza dei momenti migliori. Il Napoli è partito fortissimo già a settembre per arrivare pronto all’appuntamento con la Champions e sono convinto che tornerà in condizione tra venti giorni quando ci sarà l’andata al San Paolo contro gli inglesi del Chelsea».
Sono dieci i punti in meno, solo colpa della Champions?
«In buona parte sì. Il Napoli è agli ottavi di Champions e credo possa eliminare il Chelsea e può vincere la coppa Italia perchè gli azzurri ci tengono tanto a conquistare un primo trofeo. I dieci punti persi in campionati li ha ritrovati nelle altre manifestazioni».
Ma in campionato cosa non ha funzionato?
«Ci si attendeva un apporto maggiore dagli acquisti di giugno, un apporto che per svariati motivi non è arrivato. E così Mazzarri quando ha schierato gli undici titolari i risultati sono arrivati, mentre quando ha effettuato dei cambi spesso non è andata bene».
Lo ha deluso anche Inler?
«No, credo sia stato l’acquisto migliore ma sicuramente anche per lui valgono le difficoltà di ambientamento. Un conto è giocare a Udine, un altro a Napoli. Importante si sta rivelando Pandev, ora che è in condizione sta dando un contributo di qualità ed esperienza. E poi nel finale di partita contro il Cesena mi è piaciuto Vargas, un giovane attaccante sul quale poter lavorare».
I torti arbitrali, che ne pensa?
«No, questa causa non la sposo. Alla fine favori e torti si compensano. Il Napoli è una grande realtà e non deve appellarsi agli arbitri».
Le disattenzioni difensive, come le spiega?
«Vale anche qui il discorso dei ricambi. Campagnaro e Cannavaro non possono giocare sempre con la stessa attenzione, ogni tanto devono rifiatare altrimenti il loro rendimento può calare. Ma nel reparto non ho visto alternative».
Le difficoltà contro le piccole?
«Difficile trovare varchi contro squadre chiuse, il Cesena difendeva con dieci uomini dietro la linea della palla. In questo momento manca la brillantezza anche nei singoli, lo spunto, quell’uno contro uno che ti dà la superiorità. E contro il Cesena si è sentita l’assenza di Lavezzi».
Il modulo?
«Fa bene Mazzarri ad insistere con la difesa a tre, con le sue idee, per lui parlano i risultati di questi due anni di Napoli e quelli conquistati in precedenza. Aveva abituato troppo bene con il Napoli capace di toccare un rendimento elevatissimo nella scorsa stagione e ora si valuta in maniera totalmente negativa il meno dieci in classifica. La difesa a tre? Fa bene ad insistere. Anch’io al mio 4-4-2 non rinuncerei mai».
Due azzurri che vorrebbe sempre nelle sue squadre?
«Semplice, ne scelgo tre: Cavani e Lavezzi per il mio attacco. E poi Marek Hamsik potrei schierarlo in qualsiasi ruolo, anche da libero, in difesa. Un giocatore universale, capace di giocare ovunque, in ogni ruolo, in ogni posto».

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

P.S.

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