Nel primo anticipo della quindicesima giornata di Serie A la Juventus di Allegri incappa nel terzo pareggio consecutivo dopo quelli di Firenze e con l’Atletico, riaprendo così possibili spiragli di recupero in campionato per la Roma. L’avversario non era proprio dei più abbordabili. Straordinaria partita infatti per la Samp di Sinisa Mihajlovic in termini di impegno e concentrazione, abile a sfruttare spazi e ripartenze in ogni angolo del campo. I doriani, vera bestia nera della Vecchia Signora, erano non a caso l’ultimo team ad essere riuscito a uscire con i tre punti dallo Juventus Stadium. L’ex tecnico del Milan per l’occasione si affida alla coppia d’attacco Tevez-Morata, con Pereyra, che sopperisce all’assenza di Asamoah, lievemente più avanzato sulla classica linea a tre di centrocampo. Dietro spazio a Ogbonna ed Evra al posto degli indisponibili Barzagli e Chiellini. Nella Samp nessuna novità, con il 4-3-1-2 a trazione anteriore ed Eder e Okaka preferiti inizialmente a Manolo Gabbiadini. Il primo tempo è un gioco al tiro al bersaglio con i padroni di casa che nei primi dieci minuti sfiorano per tre volte il gol, la prima con Pereyra e le altre due con lo spagnolo Morata. A sbloccare il risultato ci pensa però Patrice Evra, con un preciso colpo di testa da calcio d’angolo che si insacca alla sinistra di Romero. Esultanza stizzita per il francese, appena sette presenze in stagione per lui e quasi mai da titolare. La Juve dopo il vantaggio non si placa e cerca il raddoppio. Prima con Marchisio che prova un tiro dalla distanza intercettato da un attento Romero e poi con Pogba che va via di forza e calcia verso la porta scaricando il pallone sopra la traversa . La Samp è schiacciata nella propria metà campo e nei primi quarantacinque minuti le uniche iniziative degne di nota partono dai piedi di Okaka, che sfrutta il fisico per gli inserimenti. Nel secondo tempo cambia il match e il volto nuovo della partita ha un solo nome: Manolo Gabbiadini. Il numero undici entra a inizio ripresa al posto di un impalpabile Krsticic e dopo cinque minuti dal suo ingresso in campo si inventa un gol da antologia, con un sinistro pennellato dal limite dell’area su cui Buffon non può niente. Dopo lo stordimento iniziale per il gol subito gli uomini di Allegri tornano a macinare gioco ma l’occasione per il vantaggio è ancora per la Samp: Okaka sulla destra mette in mezzo un pallone sul quale per poco non arriva Eder. La partita si equilibria e i blucerchiati tentano in ogni modo di andare in pressing con Obiang da una parte e Gabbiadini dall’altra a fare doppio lavoro di copertura e rifinitura. Nella Juve a nulla servono gli ingressi di Llorente, Coman e Giovinco, con l’Apache che prima di lasciare il posto all’ex Parma cerca in un paio di occasioni la via del gol. La vera occasionissima pero, a cinque dalla fine, è ancora affidata ad un’azione personale di Gabbiadini, che lascia partire un sinistro violento e preciso dalla distanza, deviato dalla difesa della Juve. Buffon si supera e salva il risultato. La Samp ora raggiunge il terzo posto a ventisei punti insieme a Lazio e Genoa e due punti sopra il Napoli, ma con una partita in più rispetto ai cugini rossoblu e agli uomini di Benitez. Sinisa ieri in conferenza stampa aveva detto: “I grandi quando cadono fanno più rumore”, ad Allegri adesso la risposta sul campo.
A cura di Danilo Zanghi
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