“Non ho mai accettato questo stato di penalizzazione e assoggettamento del Sud.” Questo l’esordio del patron De Laurentiis ai microfoni Sky in occasione della presentazione di “Monnezza di Stato”, il nuovo libro-inchiesta di Antonio Giordano e Paolo Chiariello. “Non si tratta della semplice questione-terra dei fuochi. E’ giusto fare un disegno più specifico di un’Italia che non funziona, -continua De Laurentiis– la Campania e Napoli, anzi, rappresentano un fiore all’occhiello, un territorio reso ‘felix’ soprattutto dalla personalità di chi lo popola. Questa è una terra maltrattata, anche dallo Stato.”
De rerum Neapolis – “Lo stadio? Ci siamo incontrati con De Magistris nel corso della scorsa settimana, abbiamo deciso di procedere a passo veloce per i lavori che allo stato dei fatti non sono più rinviabili. Non è più possibile mantenere il San Paolo nelle condizioni attuale, soprattutto dall’ottica dell’ ospitalità.” C’è tempo, ovviamente, per scendere più nel tecnico: “La Champions? “Ho preso un grandissimo allenatore che prima di tutto è un grandissimo uomo. Pensiamo alla prossima partita, lo diceva anche il buon Mazzarri. Inutile perdersi in altri discorsi che fanno solo comodo ai media. Il primo anno di A eravamo al cinquecentesimo posto del ranking, ora siamo nella top 20. Questo processo di crescita continuerà, lo stadio ne è la dimostrazione. Ora serve internazionalizzare la società e la città, non basta più l’Italia. Questo per dire che mi auguro di arrivare in Europa. Non importa arrivare primi secondi o terzi, o parlarne, perché il calcio è un film di cui non si conosce il finale tantomeno la sceneggiatura. Faremo il meglio possibile. Il futuro di Rafé? Può restare a Napoli, ama moltissimo la città e non credo voglia lasciarla, a meno che non si tratti di ritornare a Liverpool dove vive la famiglia. Se poi dovesse andare in un’altra città che dista lo stesso duemila chilometri da casa, allora resterei sorpreso: non credo che Rafa dopo due anni voglia farci il torto di abbandonarci proprio ora.”
Argentina, tra oggi e ieri – “Il Pocho Lavezzi? Lo riprenderei solo per la simpatia. Ci siamo confrontati spesso duramente, per questo mi divertirebbe il confronto con lui. Le minestre riscaldate però non funzionano mai, lui deve trovare le giuste motivazioni in un club che lo possa soddisfare. Il Pipita Higuain? Non ho alcuna intenzione di venderlo. Adesso faremo ulteriori rafforzamenti. Li dobbiamo fare in maniera ponderata, non a caso. Sappiamo dove intervenire: la nostra priorità è rafforzare centrocampo e difesa. Quello che non è maturo oggi può esserlo a giugno. Vorrei parlare anche dei nostri portieri, il prossimo anno riporterò a Napoli Sepe, quindi abbiamo tre numeri uno giovani e di assoluto valore “.
#cipuòstare – “Tutte le mie proposte solo volte a modernizzare un gioco che oramai ha componenti economiche importanti. Pensiamo agli Stati Uniti o al Canada, dove non si discute, il business viene prima di tutto e così il calcio sta crescendo. Io non voglio vivere in questa vecchia Europa fatta di compromessi. Io voglio fatturare di più, essere competitivo contro Bayern Monaco, Manchester United e Real Madrid. Questo per dire che serve la moviola e tutta la tecnologia che può aiutare.”
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