Gioie, amarezze, rimpianti e nostalgie. In una parola, emozioni. Christian Vieri si confessa a Sky Sport e ripercorre gli anni più intensi della sua carriera: quelli con indosso la maglia numero 32 dell’Inter. “Dovevamo vincere e non eravamo attrezzati per farlo: Juve e Milan erano più forti di noi – esordisce Bobo a I Signori del Calcio, che andrà in onda domani sera 23.45 -. Abbiamo perso uno Scudetto da soli, il 5 maggio 2002, ed è stato molto pesante: secondo me, se avessimo vinto lì, sarebbe cambiato tutto. E invece Ronaldo è andato via, Cuper dopo 4 mesi è andato via, tanti giocatori sono andati via”.
LA COPPIA DEI SOGNI — Proprio la coppia con il Fenomeno aveva fatto sognare i tifosi dell’Inter: quando nel 1999, Massimo Moratti acquistò Vieri dalla Lazio, si era assicurato i due attaccanti più forti del mondo in quel periodo. La sfortuna, però, si accanì su di loro: a causa dei rispettivi infortuni, in tre stagioni riuscirono a giocare insieme soltanto 14 partite. “Ci facevamo male una volta lui, una volta io; una volta lui, una volta io. Non abbiamo mai giocato 20-30 partite insieme. Però eravamo la coppia dei sogni, perfetti”, racconta l’ex centravanti, che ancora non si dà pace per la cessione del brasiliano al Real Madrid nel 2002. “Io l’avevo detto al presidente: ‘Non cederlo, non cederlo! Ha vinto il Mondiale e lo cedi ora? Lo stiamo aspettando e lo cedi ora? E io che faccio qua?’ – svela ancora Vieri -. Però era o lui o Cuper. Quello che eravamo io e Ronaldo all’Inter rimane e rimarrà per sempre! Cioè, i due più forti che l’Inter abbia mai avuto!”.
SPIATO — Nonostante non abbia vinto neanche un trofeo con la maglia dell’Inter, Bobo resta particolarmente legato ai colori nerazzurri. Tanto da aver pure perdonato Massimo Moratti per averlo fatto pedinare e intercettare. “Non ce n’era proprio motivo: non facevo niente! Tutti dicevano che Vieri usciva la sera, ma lo facevo solo la domenica, come tutti. Quindi non c’era nessuna cosa per far sì che mi dovessero intercettare o pedinare, non c’era un perché – si difende -. Io, quindi, guardo alla parte di quei sei anni in cui ho giocato, i compagni, i gol, anche le sconfitte. Tutto quanto è sempre e comunque bello, perché giocare titolare nell’Inter è sempre una cosa importante”. Il tempo, poi, aiuta a cicatrizzare le ferite e a dimenticare le amarezze. “Ormai non ci penso più. Se ho perdonato il presidente Moratti? Ma sì, è stato il mio presidente per sei anni, mi ha comprato a 90 miliardi, mi ha fatto dei contratti alti e gli sarò sempre riconoscente per questo – conclude Vieri -. Ho fatto 132 gol e gli ho fatto vendere tante magliette col numero 32! Quindi, ho la coscienza a posto”. E vivranno tutti felici e contenti.
Fonte: gazzetta.it
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