Di fermarsi non ha alcuna voglia. L’ultima scommessa è il Mondiale brasiliano: oggi è senza panchina ma Giovanni Trapattoni, 74 anni, ex commissario tecnico dell’Irlanda, prepara il gran colpaccio. «Sono in trattativa con alcune nazionali, non so se andare verso Oriente o verso Occidente. Non sono interessato a contratti fino a giugno e nemmeno alla scrivania: voglio allenare e lo farò ancora». Chiarissimo il Trap, ct anche dell’Italia ai Mondiali 2002. Chissà come la giocherebbe il Trap la partita di questa sera al San Paolo.
Uno con la sua esperienza partirebbe “sparato” o con prudenza?
«Bella domanda, la logica direbbe di andare subito avanti perché segnare tre reti all’Arsenal non è impresa semplice. Ma se poi offri il fianco al contropiede degli inglesi, rischi di terminare la partita prima ancora di iniziarla».
El Pipita Higuain ha detto: cuore caldo e testa fredda.
«Esatto, è una via di mezzo tra una partenza sprint e una più ragionata. L’ideale sarebbe trovare un gol nel primo tempo, vedere cosa accade nell’altra partita di Marsiglia e poi giocarsi tutto nella ripresa».
Tre gol alla squadra che domina la Premier senza subirne alcuno: non è un’impresa al limite dell’impossibile?
«Può accadere tutto e il contrario di tutto in una partita di calcio in generale, figurarsi in una di Champions. Per il Napoli non sarà facile ma più delle reti conterà l’atteggiamento tattico, la capacità di comandare il gioco senza dare all’Arsenal la possibilità di esprimersi come fa abitualmente».
Maledetto questo girone così bello ma anche così tosto.
«È capitato anche a me in passato di finire in un raggruppamento molto equilibrato e quello del Napoli è stato il più difficile, eppure gli azzurri hanno avuto la possibilità di qualificarsi con un turno d’anticipo se avessero pareggiato a Dortmund. Io ci spero ancora, l’esperienza di Benitez e la qualità della rosa possono essere determinanti».
Benitez e il Napoli però sabato sera sono stati fischiati.
«L’allenatore ha dimostrato ovunque il suo valore, in Europa ha fatto sempre bene: lasciatelo lavorare tranquillo perché sa quello che fa. Comprendo l’amarezza dei tifosi, che in un paio di partite si sono ritrovati distanti dalla vetta: i punti persi in casa con Parma e Udinese oggi fanno la differenza con Juventus e Roma».
Bisogna ricompattare l’ambiente, allora?
«Conosco fin troppo bene Napoli, è una piazza passionale, vive di alti e bassi. Stasera il San Paolo deve spingere la squadra. Per lo scudetto c’è tempo, il discorso non è chiuso».
Fonte: Il Mattino
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