Roberto Stellone, allenatore del Frosinone pronto all’esordio in Serie A, ha rilasciato un’intervista ai colleghi de Il Mattino: “Cosa vuol dire ritornare in A da allenatore? Una grande soddisfazione, soprattutto perché inaspettata. La A è il sogno di ogni bambino quando inizia a giocare a calcio. Perme si tratta di una seconda volta, dopo quella da giocatore. La favola Frosinone è nel segno della mia mano? Non voglio montarmi la testa, sia chiaro. Il merito di tutto questo è del gruppo, della squadra e della società. Generazione di attaccanti diventati allenatori, una moda che va in controtendenza con il passato? Di regola eranoi centrocampisti a diventare presto allenatori, perché quello è più un ruolo di tattica e di intelligenza. Ma io ero un attaccante un po’ atipico perché mi è sempre piaciuto lavorare anche su come si muoveva la squadra. Alcuni dei miei attaccanti mi accusano in maniera scherzosa di badare di più alla fase difensiva? È vero, mi piace dare molte indicazioni sulla fase di non possesso perché credo che l’attaccate debba lavorare soprattutto sull’istinto per quel che riguarda la fase offensiva. Sarri, oggi al Napoli, può essere un esempio per gli allenatori che hanno fatto tanta gavetta? Credo sia un tecnico davvero bravo. E vedere uno come lui, che è partito dal basso, arrivare ad una panchina così prestigiosa è un bellissimo stimolo. Quando un allenatore diventa affermato e sbaglia un’annata, si dice che può capitare; quando invece sei alle prime armi e non fai bene al primo anno puntano il dito su di te e dicono che non sei pronto. Nella griglia di partenza dove vedo il Napoli di quest’anno? Sicuramente la Juventus è in pole position. Poi a seguire ci sono Napoli, Roma, Lazio, Milan e Inter che si giocheranno il secondo posto e i piazzamenti in Europa. C’è una partita che aspetto con più ansia? Sicuramente tornare al San Paolo sarà una grande emozione per me. E se la prima di campionato fosse Frosinone-Napoli? Speriamo di no. Perché una squadra come il Napoli preferirei affrontarla dopo, quando magari avrò anche le idee un po’ più chiare su come gioca. Cosa direi ai miei? Di tenere d’occhio Higuain, perché è un attaccante che ti punisce non appena ti distrai per un secondo”.
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