Lo spirito, prima ancora della tattica. Questa la chiave per vincere la partita a scacchi più importante della parte iniziale stagione: «Il Napoli deve giocare da Juve: più intenso, soprattutto quando non ha il possesso palla. Solo così gli azzurri possono compensare la superiorità a centrocampo dei bianconeri e affrontare alla pari una squadra che di solito corre di più e intercetta più palloni». Per Aldo Serena, ex centravanti della Juve (e del Milan e dell’Inter), la squadra di Conte resta comunque la favorita.
Sicuro che non ha cambiato idea?
«La Juve resta su un gradino più in alto del Napoli. Però lo ammetto: gli azzurri mi hanno sorpreso per la personalità con cui hanno affrontato queste prime sette giornate di campionato».
Meglio Pirlo e soci, allora?
«Il Napoli ha un fuoriclasse in attacco e un gioco studiato per valorizzarlo. La Juve di attaccanti così universali come Cavani non ne ha e tutto funziona di conseguenza. Ma questo non rende, però, i bianconeri meno insicuri. Al contrario, non avendo punti di riferimento vanno in gol con più uomini».
Neanche il Napoli scherza. Visto Hamsik e Pandev?
«Lo slovacco è il simbolo del gioco di Mazzarri: non è ancora entrato nella sua fase di maturità calcistica eppure già non ha nulla da invidiare a Lampard. Mi chiedo: cosa diventerà tra qualche anno?».
Già, cosa diventerà?
«Un fuoriclasse assoluto. È un ragazzo che dalla partenza di Lavezzi ha tratto enorme beneficio. In termini di leadership e in termini di affetto del pubblico: ero al San Paolo nella gara con la Lazio e ho notato che Cavani e Hamsik sono i due giocatori più amati. Quando si è giovani magari si fugge dalle responsabilità, Marek mi sembra che ne sia travolto positivamene».
Cosa ha in più la Juve rispetto al Napoli?
«La Juve è più forte a centrocampo e ha giocatori migliori in difesa, fatta eccezione per Cannavaro che secondo me con Chiellini e Barzagli ai lati avrebbe avuto la stessa carriera del fratello Fabio in Nazionale. Ma il Napoli non parte battuto. Servono intensità, attenzione difensiva e la capacità di ribaltare in fretta l’azione».
Quali sono le caratteristiche migliori del Napoli?
«Ha uomini forti fisicamente, è ben organizzato ed è in ottime condizioni fisiche e morali. Oltre ad Hamsik ha Cavani, un attaccante del tipo ”universale” come in serie A non ce ne sono».
Tra gli uomini più attesi del match scudetto ci sarà Pirlo. Attorno a lui si gioca tatticamente la sfida?
«È una delle chiavi della gara. Ma è importante anche capire cosa inventerà Conte per fermare Cavani, Hamsik e Pandev. Per questo sarà molto importante il lavoro dei due interni della Juve, Marchisio e Vidal: dovranno rubare palloni e creare inserimenti».
E il Napoli
«Ha una diga centrale composta da Behrami e Inler che sarà non facile da superare: la partita si gioca soprattutto in questi sfide in mezzo al campo».
E poi anche sulle fasce?
«Entrambe fanno della difesa a tre o a cinque un sistema assai collaudato: Maggio nelle ultime partite mi è sembrato in ottima condizione perché ha la velocità giusta per affrontare la difesa bianconera e per metterle difficoltà».
La velocità di esecuzione, marchio di fabbrica del Napoli, sarà l’arma necessaria contro la Juve?
«La squadra di Mazzarri deve aggredire di più ed esercitare una maggior pressione quando è senza palla. I ritmi di gioco che gli azzurri hanno espresso contro Sampdoria e Udinese sono buoni».
La Champions può venire in soccorso del Napoli?
«Sì. Ho visto che Mazzarri non considera l’Europa League neppure come un ostacolo mentale. Una scelta che fa intendere che il Napoli crede alla scudetto. E fa bene. Perché sarà una lotta a due, con pochi pericoli che l’Inter e la Lazio possano interferire».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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