Sebastiano Nela è nato in Liguria ma è romanista d’adozione. In undici stagioni giallorosse (dal 1981 al 1992) ha giocato 281 gare (con 16 reti), ha vinto uno scudetto e tre coppe Italia e indossando talvolta anche la fascia di capitano. Ha poi chiuso la carriera nel Napoli: 34 presenze tra il ’92 e il ’94.
Ha disputato tantissimi Derby del Sole, quali ricorda? «Non uno in particolare, ma la sensazione che provavo nel giocarli, soprattutto quelli dei primi anni ’80, quando c’era il gemellaggio: stadi sempre pieni, incrocio di bandiere giallorosse e azzurre, uno spettacolo. Poiché ho segnato pochi gol, inoltre, mi ricordo diverse sfide col Napoli perché spesso ho segnato: in particolare un gol nel 5-2 del 1983 (pareggiò il vantaggio azzurro di Diaz, ndr). Infine ho avuto la fortuna di giocare insieme e contro calciatori fantastici, Falcao e Maradona su tutti».
Roma e Napoli sono tornate a lottare, insieme, per lo scudetto. «E questa è una cosa meravigliosa, perché si rompe la forza del nord. Spero continuino sino alla fine, ne hanno i mezzi, anche per rendere il campionato più attraente e divertente».
Venerdì c’è la sfida dell’Olimpico, che importanza può avere in chiave tricolore? «Non molta, perché manca ancora tanto alla fine della serie A, in un modo o nell’altro il discorso sarebbe aperto. Certo, se una delle due dovesse vincere darebbe un importante segnale di forza al campionato e alle altre avversarie».
C’è una favorita? «La Roma gioca in casa e attraversa un gran momento di forma, il Napoli però ha le qualità per poter fermare la corsa sin qui sensazionale dei giallorossi. In generale la Roma ha anche il vantaggio di non giocare le coppe, la Champions in qualche modo toglie energie e qualche punto in campionato. Per valori assoluti c’è grande equilibrio tra Roma e Napoli, lo vedremo anche nella gara di venerdì. Sono due squadre con due sistemi di gioco diversi e con individualità eccellenti».
Sarà la sfida anche tra le due migliori difese del campionato. «Quella della Roma sta avendo un rendimento eccezionale, con un solo gol subito. Benatia sta facendo cose straordinarie, confermando le qualità viste a Udine. Al suo fianco anche Castan sta rendendo di più. In ogni caso è l’organizzazione di Garcia, allenatore molto bravo anche perché eccellente gestore del gruppo, che fa la differenza. L’intera squadra aiuta in fase di non possesso, a partire dagli attaccanti atipici Gervinho e Florenzi. Subisce pochi gol perché concede e rischia pochissimo».
La retroguardia azzurra sembra essere il neo del Napoli, anche se è la seconda in serie A. «Sta facendo bene anche se non è stato facile passare, dopo tanti anni, dalla difesa a tre a quella a quattro. Benitez è stato bravissimo nel farsi capire subito dai calciatori. Tuttavia preferisco la coppia centrale della Roma a quella del Napoli: Albiol sembra essere l’elemento determinante, se mancherà sarà dura. A gennaio urge un difensore di caratura internazionale».
Quale aspetto sarà determinante nella difesa dell’Olimpico? «Potrei dire l’approccio, chi segna per primo oppure il colpo dei singoli. Tutto vero, credo che dipenderà anche da chi vorrà fare la partita: immagino che il Napoli di Benitez punterà maggiormente sul possesso palla, la Roma aspetterà per ripartire, avendo notevoli qualità ad andare negli spazi e sfruttarli. Mi auguro che sarà una partita spettacolare, gli elementi ci sono tutti».
Quale sarà il giocatore decisivo? «Ce ne sono tanti, dall’una e dall’altra parte. In particolare nella Roma Totti può fare sempre e comunque la differenza, nel Napoli c’è da tenere d’occhio Hamsik e ovviamente Higuain».
Fonte: Il Mattino
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