Il fuori-onda ieri sera è entrato in tutte le case brasiliane. C’è Felipe Scolari che, prima che inizi la conferenza stampa di vigilia della finalina dei delusi, parlotta con un addetto della Fifa lamentando il massacro psicologico che ha dovuto subire dopo la sconfitta con la Germania. “La partita sarebbe potuta finire 5-4 se avessimo realizzato le occasioni da gol che abbiamo avuto all’inizio del secondo tempo. Una sconfitta non può rovinare un lavoro”. Sarà, ma i brasiliani sono perplessi, soprattutto riguardo all’insistenza del presidente federale Marin a proporre la permanenza di Scolari sulla panchina della Seleçao dopo la più scioccante sconfitta della storia del calcio verdeoro.
PROMOSSI O BOCCIATI? — Sono magari un po’ perplessi, i brasiliani, anche a proposito della loro presidente Dilma Rousseff, che un giorno si dissocia dalla federcalcio brasiliana per evitare tracolli nei sondaggi elettorali e un’altra volta (ieri a Al Jazeera) dice che l’organizzazione è stata ottima e il paese è andato oltre le aspettative. Si dirà: il paese non è la Seleçao. Resta incerta la linea di comportamento della presidente, che comunque oggi non sarà in tribuna a seguire la sua nazionale. Ha provato a dissociarsi dalla sconfitta sportiva continuando però a considerare il Mondiale un suo successo amministrativo, ma per lei la finale per il terzo posto tra Brasile e Olanda resta una patata bollente.
FUTURO — Intanto in pubblico Scolari, accompagnato dal capitano Thiago Silva con tanto di berretto di lana in testa (in effetti la temperatura nelle aree stampa degli stadi è tipo quella della Morgue) ripete più o meno i concetti espressi in privato. “Del mio futuro parlerò dopo la partita con l’Olanda. E’ svanito il sogno della finale e dobbiamo accontentarci di un sogno più piccolo. La sconfitta è stata brutta, quei sei minuti sono stati una specie di crollo nervoso, se sapessi che cosa è successo ve lo direi ma non lo so. Non ci aspettavamo una sconfitta così catastrofica, però dovremmo anche ricordare che la squadra ha raggiunto la semifinale per la prima volta dal 2002. La vita va avanti e questi giocatori continueranno a dare tutto per il Brasile. Il 70 per cento di loro sarà ancora nella Seleçao per il Mondiale 2018, con una mentalità differente”. Loro ci saranno, Scolari difficilmente sarà ancora con loro. Anche se il terzo posto potrebbe diventare un palliativo al malessere calcistico che ha scosso il paese.
Fonte: gazzetta.it
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