Nella patria di Donizetti, da un bel po’ di tempo va di moda il tango. Rigorosamente argentino, con musica e parole che portano la firma di Ezequeil Matias Schelotto detto El Galgo, il levriero. Facile intuire il perché, visto il suo ruolo sulla fascia. Schelotto, pur essendo nato a Buenos Aires, ha doppio passaporto ed ha già esordito con Under e con la Nazionale di Prandelli.
Schelotto, col Napoli è gara dura davvero?
«È una partita contro una delle squadre che lotteranno fino alla fine per lo scudetto, insieme alla Juventus, all’Inter e tante altre. Ma noi dobbiamo conquistare in casa i punti per poterci salvare in tranquillità».
Come si battono gli azzurri?
«Giocando in maniera umile, con la consapevolezza che dinnanzi hai dei grandi campioni che in qualsiasi momento può risolvere la partita con un colpo a sorpresa».
Però forse Cavani non sarà in campo.
«Per noi sarebbe una gran bella cosa. Lui è il simbolo del Napoli, uno degli attaccanti più forti che giocano in Europa. Ha una continuità e una forza fisica davvero uniche».
Se non recupera dall’infortunio, potrebbe giocare Insigne.
«È un giovane bravo, non è più solo una promessa. Domenica sera con il Chievo ha giocato con grande personalità. Ma la mia impressione è di una squadra che ha un organico molto competitivo, che questa estate si è rinforzata molto bene».
Poteva, però, rinforzarsi meglio?
«Lo ammetto, ci siamo andati vicino, molto vicino. Fino all’ultimo giorno Atalanta, Napoli e i miei procuratori hanno lavorato perché potessi trasferirmi in maglia azzurra. Non è colpa di nessuno se non è successo e non è un dramma se sono rimasto a Bergamo. Però devo ammetterlo: è un grande orgoglio per me sapere che il Napoli e che Mazzarri abbiano pensato a me».
Questa estate è venuto anche a scegliere casa a Posillipo?
«Ma no… Sono solo venuto in vacanza a Napoli perché incuriosito dalle parole di Lavezzi che non fa altro che parlare bene della città, delle sue meraviglie e dei posti fantastici che ci sono. Ho trascorso delle belle giornate di relax. E mi ha fatto anche piacere l’affetto dei tifosi che quando mi riconoscevano per strada mi dicevano di firmare per il Napoli».
Non è detto che questo matrimonio non si faccia in futuro?
«Tutto è possibile, per un argentino poi l’idea di indossare la maglia del Napoli, la stessa squadra in cui ha giocato quello che per noi è un autentico dio del pallone, Diego Maradona, fa venire i brividi per l’emozione. Ma ora io penso alla mia Atalanta, a far bene in questo club che io adoro e dove mi trovo meravigliosamente. E a battere domani il Napoli».
Che Atalanta trova il Napoli?
«Una squadra arrabbiata, perché a Pescara potevamo vincere e non ci siamo riusciti».
Colantuono pochi giorni fa l’ha rimproverata. Domenica lei è stato il migliore in campo.
«Per il gioco della squadra il mio apporto sulla fascia è importante. Non sono stato molto bene negli ultimi tempi e il mio rendimento ne ha risentito. Ma ora mi sento in forma».
Colpa dell’incidente stradale che ha avuto a settembre?
«Quel giorno ho avuto paura, paura sul serio. È stata una giornata orribile. Ma ho imparato la lezione: adesso corro solo in mezzo al campo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro