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Scatenato Edinson Cavani: «Io e il Napoli non abbiamo limiti, sogno di vincere la Champions»

«Il gioco di Mazzarri e l’amore della città sono questi i segreti dei miei 57 gol»

Una serenità contagiosa. Edinson Cavani trasmette le sue emozioni per la bella favola che vive giorno dopo giorno a Napoli durante l’intervista esclusiva rilasciata a «Il Mattino», a Castelvolturno. L’incontro nella sala stampa inaugurata alla vigilia della sfida d’andata contro il Chelsea, il Matador vive l’ennesima giornata di gloria in maglia azzurra per il post Parma con la semplicità di sempre. La fede e la famiglia, questi i valori al primo posto della vita del Matador. E poi la ferma volontà di dare sempre il massimo nel suo lavoro. Il suo lavoro è far gol e in campo l’uruguaiano si trasforma, diventa un bomber spietato, in ogni occasione, in ogni partita non fa sconti a nessuno. Champions, campionato, coppa Italia, non fa nessuna differenza.

Partiamo dall’ultimo gol, quello realizzato a Parma, il sedicesimo in campionato.
«Aver segnato anche a Parma è stato importante, soprattutto è stato importante vincere una partita difficile contro una squadra determinata e molto pericolosa in casa. Sono rimasto attento e concentrato riuscendo a mettere in porta la respinta del portiere sul mio calcio di rigore».

Una media stratosferica: 57 reti in due anni con il Napoli. C’è un segreto in questa sua esplosione?
«Non c’è un unico segreto. A Napoli sono varie le componenti che mi stanno portando a dare il meglio e ad esprimermi al massimo delle mie possibilità. Il lavoro dello staff tecnico mi mette sicuramente nelle condizioni migliori, ma questo vale anche per tutti i miei compagni. Molto importante è l’armonia con i compagni di squadra e poi c’è il grande amore dei tifosi. Il perfetto ambientamento nella città in cui giochi contribuisce a farti sentire bene e a farti tirare fuori tutto quello che hai dentro e anche qualcosa di più. Funziona tutto alla perfezione per me nel Napoli, ecco perché sto riuscendo a segnare tanti gol».

A Napoli sta battendo ogni record: il gioco di Mazzarri esalta le sue caratteristiche?
«Sicuramente quello di Mazzarri è un modulo molto offensivo, durante le partite riusciamo a creare tante occasioni da gol e tutto ciò aumenta la fiducia nei miei mezzi perché vado con più sicurezza al tiro. In campo però non vado solo per fare gol, mi piace molto dare una mano ai compagni nella fase difensiva, fa parte delle mie caratteristiche e lo faccio con piacere. La squadra viene sempre prima di tutto e a me viene naturale correre anche in altre zone del campo, rientrare per dare un sostegno ai centrocampisti e ai difensori».

Quanto è importante la presenza di un partner come il Pocho per i suoi gol, Lavezzi è da considerare un compagno di squadra ideale?
«Avere il Pocho in squadra è un vantaggio per tutti. Lavezzi è un grande attaccante, un giocatore di qualità e soprattutto è uno che non molla mai: fino all’ultimo secondo è sempre lì a lottare su ogni pallone senza cedere di un millimetro, ha una grande grinta, quando lo vedi al fianco in campo ti trasferisce la sua voglia di vincere».

Ci svela il sogno che vorrebbe realizzare con il Napoli?
«Il mio sogno è vincere la Champions, siamo ancora in corsa e proveremo a proseguire nel cammino, ad andare ancora avanti. Barcellona e Real Madrid sono le due formazioni più forti, ma in campo non sai mai cosa può accadere, le partite bisogna sempre giocarle. E poi in Europa si giocano gare secche di andata e ritorno e devi sempre pensare che tutto può succedere se riesci a dare il massimo nella doppia sfida».

La prossima partita in Champions è allo Stamford Bridge tra dieci giorni contro il Chelsea: che gara di ritorno s’aspetta?
«Sarà una partita molto difficile, a Londra contro il Chelsea occorre la massima concentrazione, la giusta attenzione, dobbiamo pensare che ogni giocata degli avversari può essere decisiva. Insomma bisogna ripetere lo stesso atteggiamento avuto nella partita di andata vinta per 3-1 al San Paolo. Queste partite possono girare in un modo o nell’altro solo in dieci minuti, basta poco, non puoi permetterti di mollare neanche un attimo, nemmeno una palla, ci vorrà un grandissimo Napoli».

C’è grande entusiasmo a Napoli, biglietti per Londra polverizzati in un attimo: s’avverte tutta questa passione?
«L’apporto dei nostri tifosi è sempre straordinario, sarà importante avere il loro sostegno in Champions e in campionato, così come è stato importante averlo fin qui in ogni partita al San Paolo e fuori casa. Avvertiamo molto la loro spinta».

L’ideale a Londra sarebbe un gol iniziale di Cavani, sbloccare la partita potrebbe agevolare di molto il compito del Napoli?
«Un gol di Cavani o di qualsiasi altro mio compagno di squadra. Segnare un gol sarebbe sicuramente molto importante, andare in vantaggio potrebbe darci un’ulteriore spinta per centrare la qualificazione. Ma, ripeto, al di là di questo sarà importante l’atteggiamento della squadra, dovremo ripetere lo stesso tipo di partita giocata al San Paolo».

Il presidente De Laurentiis ha detto che non le cederebbe neanche per 100 milioni: felice per la stima?
«Fa piacere avvertire questa grande fiducia da parte del presidente, so che mi vuole bene. A Napoli mi trovo alla perfezione e voglio gustarmi ogni attimo, vivere ogni momento, pensare giorno dopo giorno a quello che faccio dando sempre il meglio di me e cercando di arrivare il più in alto possibile con la mia squadra. Penso solo a questo, al Napoli, vivo il presente. Alle voci di mercato non do neanche ascolto».

La rimonta per il terzo posto in campionato è partita: rimpianti per i punti persi all’andata?
«Nessun rimpianto, nella mia vita preferisco guardare avanti, in campionato ci sono ancora dodici partite da giocare e proveremo ad arrivare il più in alto possibile. Siamo ancora impegnati in tre competizioni e in coppa Italia proveremo a raggiungere la finale. Qualche punto in campionato lo abbiamo perso perché lottare su tre fronti comporta delle difficoltà, giochi in continuazione. E poi ci sono tre risultati, non puoi vincere tutte le partite. Noi partiamo con questa intenzione ma non sempre è possibile, nelle ultime partite ci è andata bene e siamo contenti. Ora ci concentriamo sulla prossima sfida, quella contro il Cagliari e ci vorrà lo spirito di sempre, lo spirito del Napoli».

L’anno scorso chiuse a 33 gol stagionali tra campionato e coppe, ora è quota 24: può battere la media?
«Lo spero, proverò a segnare quanti più gol possibili, un mio obiettivo è migliorare ulteriormente la media dell’anno scorso. I meriti vanno divisi con la squadra, con tutti i miei compagni. Nello spogliatoio del Napoli ho trovato la stessa armonia che c’è in quello della mia nazionale, dal primo momento che sono arrivato a Napoli mi sembrava di stare nel gruppo dell’Uruguay».

Tanti gol in maglia azzurra, quale ricorda con più piacere?
«Tutti i gol sono belli, ricordo tutti con piacere, il primo come l’ultimo. Preferisco guardare alla prossima partita e a dare il massimo per segnare. Anche se la cosa più importante è la vittoria del Napoli, resta questo il mio obiettivo, in campo voglio sempre vincere tutte le partite anche se non sempre è possibile».

L’Uruguay, con i compagni di nazionale avete creato la Fondazione Celeste: pensa a qualcosa del genere da poter fare anche a Napoli?
«È una cosa alla quale non ho ancora pensato, magari in futuro si può pensare a qualche iniziativa del genere. Per il momento sono felice che ogni mio gol possa regalare gioia ai napoletani e che la squadra riesce a regalare vittorie ed emozioni positive alla gente di Napoli».

L’allegria nel gruppo azzurro, chi è il più simpatico dei suoi compagni di squadra.
«Morgan, lui sicuramente è il più simpatico. De Sanctis vuole avere sempre ragione su tutto, su qualsiasi argomento, su qualsiasi cosa di cui si parla, dice sempre la sua e vuole spuntarla sempre lui anche quando non parliamo di calcio. Però lo fa in maniera molto simpatica, è uno molto divertente nello spogliatoio, sicuramente contribuisce a creare un clima ancora più sereno».

E il napoletano Paolo Cannavaro cosa le ha suggerito di non perdersi assolutamente della città?
«Mi ha suggerito di visitare molti posti, so che Napoli è bellissima e ci sono tante cose da vedere. Però il tempo a nostra disposizione non è molto, giochiamo quasi ogni tre giorni, tra campionato e coppe. Poi ci sono gli allenamenti e quindi siamo sempre in campo. Ma qualcosa l’ho vista di Napoli e ho anche girato un po’ per visitare altri posti della Campania. Ad esempio sono stato in costiera, veramente un incanto».

La cucina napoletana: la pizza vince lo scudetto?
«La pizza mi piace molto, la mangio e mi piace molto. Difficile dire però quello che preferisco, ci sono tante pietanze buone: la cucina napoletana è gradevole, come quella italiana in generale. Anche a Palermo ho gustato piatti buonissimi».

Torniamo al calcio: chi è il difensore in Italia che l’ha fatta soffrire di più?
«Adesso il calcio è cambiato, non esistono più le marcature ad uomo, non ti prende un solo difensore in consegna, ci sono situazioni di gioco che ti portano al confronto in maniera diretta con più avversari. In linea generale i difensori più arcigni sono quelli delle squadre piccole che hanno la salvezza come obiettivo, devono arrivare al più presto a quota quaranta punti per garantirsi la permanenza in serie A. Gli spazi si restringono e ti stanno più incollati. Le grandi squadre invece affrontano le partita più a viso aperto e anche per noi attaccanti c’è più libertà».

Il rivale più forte in Italia: Ibrahimovic è sempre l’attaccante più temibile del campionato di serie A?
«Ibrahimovic è un attaccante straordinario, un giocatore completo che segna nel Milan con grande continuità, ora è arrivata anche la tripletta a Palermo. Però dico anche Di Natale, uno che sa pungere al momento giusto, quindi molto pericoloso in ogni momento delle partite. Difficile fare raffronti, siamo attaccanti diversi e ognuno ha le sue caratteristiche: ci somigliamo in qualcosa e in altre cose siamo differenti».

Cavani bomber a tutto tondo: segna di testa, di piede, anche di spalla. Unico neo, qualche rigore sbagliato di troppo. Dovrebbe provare soluzioni diverse dal dischetto?
«Il rigore lo sbaglia chi lo tira. E poi per me un tiro sbagliato è quello che calci a porta vuota e lo mandi fuori. Quando batti un rigore di fronte c’è il portiere, se intuisce e riesce a parare dico che è bravo lui. Posso scegliere diverse soluzioni, a Parma ho tirato alla destra di Mirante, ma posso decidere di calciare anche in altri modi. L’importante comunque è aver segnato sulla respinta del portiere, solo questo conta, aver conquistato i tre punti nella trasferta difficile di Parma».

Cavani ormai stella mondiale, come si sente?
«Sono contento di essere arrivato dove sono adesso nel Napoli e con l’Uruguay perché in questo modo sono stati ripagati i tanti sacrifici che ho fatto nella mia vita per sfondare nel calcio: sono andato via di casa presto, ho lasciato il mio Paese. Spero di crescere ancora, questo è uno dei miei obiettivi. Voglio lasciare sempre bei ricordi come uomo e come calciatore e da calciatore posso farlo segnando quanti più gol possibili e provando a vincere qualche trofeo con le squadre con le quali gioco».

Si sta infilando sulla scia dei superbomber europei: lontanissimi restano solo Messi e Cristiano Ronaldo.
«Messi e Cristiano Ronaldo sono due fenomeni, da parte mia ho poco da aggiungere. Giocano nel campionato spagnolo, sono grandissimi protagonisti, per loro parlano i gol, le prestazioni, i fatti. Io seguo la mia strada, gioco con il Napoli nel campionato italiano e spero con il Napoli di arrivare il più lontano possibile».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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