L’allenatore del Napoli Maurizio Sarri ha parlato in conferenza stampa nel post-partita di Napoli-Sassuolo. Ecco quanto sottolineato da IamNaples.it:
“Ci siamo messi in una situazione difficile, siamo andati sotto contro una squadra forte che finora, quando era andata in vantaggio, aveva sempre vinto. Mi rimane un pizzico di rammarico nel non averla chiusa prima. I ragazzi hanno preso fiducia, i risultati e le prestazioni hanno aiutato, i difensori nella costruzione dell’azione sono migliorati molto, forse questo è uno degli aspetti in cui siamo cresciuti di più. Koulibaly? E’ dovuto correre in ospedale oggi perchè la moglie ha partorito, quindi ha vissuto una giornata intensa dal punto di vista emotivo. Ho deciso poi d’inserirlo in campo perchè abbiamo subito qualche cross in più e ho voluto inserire un saltatore. Perchè non Strinic oggi? Quando è entrato Floro Flores, stavo valutando d’inserirlo ma abbiamo aspettato per le condizioni di Hamsik che, infatti, poi ha avuto i crampi successivamente. Striscione della Curva? Piace la nostra mentalità, preferisco subire un gol in contropiede piuttosto che in una mischia in area mentre ci difendiamo in massa. Dedichiamo questa vittoria a Chalobah che ha perso la madre, è stata una giornata intensa, in un’ora abbiamo visto il ciclo della vita, vista la nascita della figlia di Koulibaly. E’ una vittoria importante conquistata contro una grande squadra. Il Sassuolo è un esempio per tutti perchè va avanti da quattro anni con lo stesso allenatore, Di Francesco, che ritengo uno dei più interessanti in circolazione. Mercato? Quando parlo di migliorare io penso al lavoro, il mercato è una scorciatoia. Vengo da una società dove si lavorava moltissimo con i giovani e con gli italiani, è un discorso che mi piace. In questo momento della stagione è palese che è molto più semplice inserire un italiano, a cominciare dalle abitudini. Agli allenatori piacciono i giocatori forti, meglio un vecchio forte che un giovane scarso anche se in linea generale si preferiscono sempre i giovani”
Dai nostri inviati al San Paolo Ciro Troise e Stefano D’Angelo
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