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Salvatore Bagni: “Napoli prendi Verratti. Un fenomeno vero”

L'ex centrocampista azzurro: "Per questo Napoli nulla è impossibile"

Buona domenica, Bagni… «No, niente bagni. Qui si lavora e si lavorerà ancora e ancora fino a settembre» , scherza Salvatore ma motiva pure: «Mi occupo di mercato e, purtroppo, poco mare e niente vacanze. Non posso proprio, credetemi. Sono a casa mia adesso, si pranza e poi ancora lavoro» .

Anche di domenica?
«Non ci sono pause lunghe adesso che stiamo per entrare nel vivo. Bisogna presenziare e lavorare, per giocare sui tempi, per non perdere nemmeno una virgola. Bisogna spesso giocare d’anticipo».  

Vabbè, una chiacchiera, così, per spezzare questo tipo di monotonia. «Quella sì, mi fa sempre piacere scambiare opinioni, metterci anche un po’ del mio nelle vicende calcistiche» . Non tira mai indietro la “parola” Salvatore Bagni, così come un tempo la gamba sui campi di calcio, anche se le ginocchia (un po’ il suo punto debole) scricchiolavano e minacciavano ammutinamenti dopo anni di tackle, di affondo nei contrasti e, perché no, anche missili terra-porta agli avversari. Il mediano di Correggio, esperto di tutto e di tutti, è un database vivente, conosce virtù, vita, miracoli e punti deboli di un esercito di calciatori, da quelli ancora in bocciolo, ai veterani che calcano i campi di tutto il mondo. Insomma, sentire la sua, oltre che un piacere è anche un bel e proficuo sentire.

C’è un “vuoto” Lavezzi da colmare, come si farà? 

«Se c’è proprio una necessità di colmarlo si va in giro e si cerca il “clone” (ride). Anche se sono sempre dell’idea che ogni calciatore è unico e pressoché inimitabile. Certo, Lavezzi lascia un bel vuoto dopo tanti anni di Napoli, tante egregie prestazioni con il sigillo finale della Coppa. Ma ci può stare, è nelle dinamiche del calcio che i cicli siano fatti per iniziare e terminare. Non ho dubbi che anche per lo stesso Pocho ci sia un vuoto da colmare. Il Napoli non può non rimanere nel cuore, ve lo dice uno che l’ha vissuto intensamente e con piena soddisfazione».

Insigne, Vargas, pare che l’attacco sia già al completo. Almeno a detta del presidente. Potrebbero loro due, singolarmente, rimpiazzare l’argentino?
«Non ne sono convinto. Lavezzi ha un modo tutto suo di giocare: è un tornado difficile da arrestare quando le autostrade si allargano ed allungano. Insigne e Vargas si somigliano abbastanza, ma sono diversi dal Pocho. Direi che hanno caratteristiche simili, due punte esterne veloci e brave nel dribbling. Lorenzo è ancora un ragazzo che sta bruciando le tappe con pieno merito. La serie B non è la A ma non è una passeggiata. Il cileno per me non è più un ragazzo, è un giocatore bell’e formato su palcoscenici di rilievo nel Sudamerica, tanto da arrivare al Pallone d’Argento».

Il Napoli punta su di loro…
«E fa bene, però attenzione. Se li ritiene pronti deve pure farli giocare con continuità, evitando il rischio di pericolose involuzioni e deprezzamenti. Ma la società lo sa».

Capitolo Verratti, invece.
«Ah, questo è un bel discorso. Tutti sanno che lo proposi a Moratti quando il Pescara era in C e il ragazzo aveva già attirato la mia attenzione. Non se ne fece niente, non per colpa del presidente, ma si sarebbe potuto prendere per meno di cinque milioni. Un affare. In lui rivedo il Pirlo giovane, quello che partendo da trequartista è diventato quello che è. Marco è fenomenale, il Napoli farebbe bene a insistere e tentarle tutte».

I colpi per le prossime battaglie…
«Con tre quattro innesti di rilievo il Napoli se la giocherà con la Juve. Parlo di scudetto, perché per me allo stato attuale Inter e Milan sono inferiori. Si sa che De Laurentiis vuole il tricolore, e gli azzurri ci possono arrivare con qualche ritocco in difesa, centrocampo ed esterni».

Fuori i nomi…
«Adesso non ne faccio, siamo in rampa di lancio, ma sono convinto che la società si muoverà al meglio».

La Supercoppa all’orizzonte.
«Penso che per quella data, mancando Lavezzi e forse Cavani, la Juve sarà messa meglio. Ma il Napoli ha dimostrato che non esistono più missioni impossibili».

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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