Ulivieri se li coccola tutti i tecnici che stanno dominando in serie A e volano in Europa: il presidente dell’associazione italiana allenatori è orgoglioso di questi risultati e sottolinea i segreti di questi successi. «I fatti dicono che la scuola italiana è la migliore al mondo come tirocinio. Questo perché i nostri campionati, e non parlo solo della serie A ma anche della B e di tutte le categorie inferiori, sono i più difficili e quindi di grandissima formazione per chi allena».
In Italia dopo la formazione teorica di alto livello a Coverciano, c’è poi il riscontro sul campo che forgia gli allenatori. «Proprio così, dopo i corsi di studio i tecnici arrivano subito a confrontarsi con una realtà molto dura, come è quella dei campionati italiani, dove ci vuole una grande attenzione soprattutto a livello tattico. Non è un caso se allenatori stranieri capaci di vincere tutto nel mondo hanno avuto difficoltà in Italia, ad esempio ricordo Carlos Bianchi che allenò la Roma». Zidane e Guardiola hanno giocato in Italia: anche questo è servito ad accrescere il loro bagaglio? «Senza alcun dubbio, le loro esperienze da calciatori in Italia sono state un grande aiuto». Sarri è arrivato tardi ai massimi livelli dopo una lunghissima gavetta e a Napoli si è subito affermato. «Ha fatto un percorso diverso, un tirocinio lungo, come è capitato a tanti di noi che non avevamo un grande passato da calciatori: la trafila è stata molto più laboriosa con la partenza dal basso e salendo via via tutte le categorie». Ma anche più formativo: queste esperienze sono servite adesso a Napoli? «Sicuramente sì perché un allenatore che viene da un tirocinio lungo poi è buono per tutte le stagioni. Sarri si è meritato sul campo quello che ha ottenuto adesso. A Napoli sta facendo benissimo con le sue idee». Quest’anno brillano anche tanti altri allenatori italiani: quale è il segreto? «Di adattare le proprie idee ai calciatori che hai a disposizione. Il Napoli gioca benissimo così perché oltre ai meriti di Sarri ci sono calciatori con delle caratteristiche adatte a fare possesso e a giocare in velocità.
I tecnici italiani li trova più audaci? «Adesso i nostri allenatori oltre a curare con grande attenzione lo studio degli avversari pensano anche e soprattutto a come colpire nel migliore di modi. Per questo viene curato molto di più l’aspetto estetico e le partite sono più interessanti». E per il Napoli la strada con il Real Madrid è già sbarrata? «La sconfitta di 3-1 a Madrid non è un brutto risultato per il Napoli che ha chances di passare e questo alla luce della partita di andata dove diversi azzurri sono stati sotto tono. Al ritorno c’è bisogno della partita della vita di tutti, questo è l’unico modo per battere squadre tecnicamente più forti e con maggiore esperienza. E al San Paolo può succedere».
L’intervista integrale sulle pagine de Il Mattino
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