«Beh, diciamo la verità: chi la chiama coppetta non sbaglia poi tanto. Se vedi chi c’è ai nastri di partenza quasi pensi che un torneo estivo è più competitivo». Alessandro Renica, venticinque anni fa, era tra quelli che alzavano al cielo di Stoccarda la mamma – o forse la nonna – di questa Europa League. «Era la Coppa Uefa. E quanto pensava. Mi vengono ancora i brividi a ricordare quella sera».
Renica, più della notte con la Juventus?
«Due emozioni quasi strazianti. Con i bianconeri feci un gol quando in panchina già pensavano a chi dovesse calciare il rigore: non credo di aver mai sentito in vita mia un boato come quello. Al San Paolo c’erano almeno 100 mila persone anche se la capienza era di 80mila».
Però la Coppa Uefa iniziò con avversari con poco appeal come Paok, Lokomotiv e Bordeaux?
«Sì,ma sempre meglio dei rivali di adesso:perché quelle erano le seconde, al massimo le terze nei propri campionati. Queste nessuno le conosce».
Dopo la fase a gironi viene il bello, però?
«Farei fatica anche io a trovare delle motivazioni in questa coppetta: penso che Benitez faccia bene a mandare in campo le riserve. E credo che le riserve del Napoli siano più che sufficienti a battere lo Sparta Praga».
E a passare pure il turno?
«Certo,anche se molto dipenderà dalle motivazioni e dal carattere. Due aspetti di questo Napoli che, visti da lontani, non mi convincono».
È tra i pessimisti?
«No. Ma neanche tra gli ottimisti. Essere usciti fuori per opera di un modesto Athletic Bilbao lascerà il segno ancora a lungo. Quella era una squadra che correva e basta. Una ferita che impiegherà molto tempo a rimarginarsi».
Però,voi nell’estate del1988 ci siete riusciti. Come avete fatto?
«Venivamo da una delusione astronomica, lo scudetto perso quando eravamo certi di averlo già in petto e da una rivoluzione con 4 giocatori che andarono via in maniera molto brusca. Ci parlammo e tutti noi facemmo autocritica, assumendoci le nostre responsabilità. Tutti. Compresa la società».
E ora che dovrebbe fare De Laurentiis?
«Credo che occorra fare una marcia indietro sul discorso scudetto: è stato un errore parlarne così a viso aperto,ha fatto crescere le aspettative e caricato troppo la squadra. Che non abbia reagito bene».
Ci vuole tranquillità?
«Anche e a Napoli non è semplice. Ci vuole qualcuno che dica: lavorate, lavorate e lavorate. Pensate a fare solo questo e alla fine vediamo dove siamo arrivati».
Le gare europee possono aiutare?
«Vincere aiuta sempre. Ma non vincere contro lo Sparta rischia di far precipitare in un tunnel questo mio Napoli»
Quando ha visto Albiol fermarsi mentre Maxi Lopez andava a segno ha pensato a quello che avrebbe fatto lei?
«Ho pensato che un centrocampo senza Dzemaili e Behrami è sicuramente meno forte. E sinceramente non capisco come abbiano fatto a darli via».
Fonte: Il Mattino
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