C'è un tecnico italiano che conosce meglio di tutti Ivan Strinic, l'esterno sinistro croato appena svincolatosi dal Dnipro ed in procinto di indossare la maglia del Napoli. Si tratta di Edy Reja che lo ebbe alle sue dipendenze all'Hajduk Spalato, da agosto 2009 a febbraio 2010, tre mesi prima del debutto in nazionale e l'anno prima del trasferimento in Ucraina. «Per la verità, sarebbe stato il primo nome che avrei indicato nel caso mi avessero proposto una panchina in questo periodo. Sapevo che il ragazzo si sarebbe svincolato a dicembre ed io che ho sempre inseguito dei mancini naturali, fin dai tempi del Napoli dove per 5 campionati mi sono dovuto sempre arrangiare, avrei fatto le capriole per farmelo acquistare. Un ottimo calciatore, dotato di buona tecnica di base abbinata ad altrettanta fisicità, che però ha maggiore propensione alla fase offensiva piuttosto che a quella difensiva. Ma se arriva a Napoli, si tratta davvero di un bel colpo, intelligente quanto mirato».
Reja avrebbe voluto Strinic già quando era alla Lazio: «Lo conoscevo e sapevo quanto potesse rendere in un centrocampo a 5 ma anche in una difesa a 4. Così lo proposi al presidente della Lazio e fu anche contattato per un certo periodo ma senza tanta insistenza perché eravamo piuttosto coperti in quel ruolo. Poi, lui ed il suo entourage optarono per il Dnipro e non se ne fece nulla. Ma io l'ho sempre seguito con interesse e devo dire che è maturato con il tempo ritagliandosi un ruolo in nazionale anche se negli ultimi tempi lo si è visto di meno».
L'ex texnico di Napoli, Hajduk e Lazio entra nel merito delle caratteristiche tecniche di Strinic: «E' un esterno di ruolo capace di guadagnare il fondo e crossare, in possesso di buona progressione palla al piede nonché abile sulle palle inattive, punizioni e calci d'angolo. Molto prezioso nelle ripartenze ma valido anche nella fase di possesso palla. Più portato all'azione di rilancio che a quella difensiva ma stiamo parlando di un calciatore di caratura internazionale».
Ed a proposito dei calciatori croati, Reja conclude: «L'Hajduk ma anche altri club croati lavorano tanto con i settori giovanili e riescono a sfornare ragazzi che poi si completano in Premier League e nella Liga francese. Bisognerebbe andarli a prelevare in largo anticipo, non costano neanche tanto. Poi ci vorrebbe il coraggio di lanciarli ma qui entriamo in un discorso più complesso che in Italia si fa fatica a recepire».
Fonte: Corriere dello Sport
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