Per alcuni è l’ultimo vero re del mercato, per altri è l’uomo che ha saputo riscrivere la geografia del grande calcio. Per i più invidiosi è solo un semplice pizzaiolo, per Zlatan Ibrahimovic, il suo assistito più illustre, è «un meraviglioso ciccione idiota». Carmine «Mino» Raiola nasce 42 anni fa a Nocera Inferiore, ad appena un anno si trasferisce con la famiglia ad Haarlem in Olanda: oggi è un italo-olandese che parla correttamente sette lingue (italiano, francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco, olandese) e che vive a Montecarlo con moglie, due figli e un cane. Soprattutto è il re Mida delle trattative, l’agente Fifa più invidiato grazie alle trattative milionarie di cui è protagonista e della sua scuderia fanno parte campioni del calibro di Ibrahimovic, Balotelli, Robinho. Per il la cessione del quale ieri è volato in Brasile. «Vogliamo parlare di trattative? Sarà un mercato povero, i grandi giocatori non si muovono mai a gennaio. Ibra e Balotelli restano dove sono, Robinho lascerà il Milan, Cavani non si sposta da Napoli, non vedo grossi colpi in arrivo».
Allora Cavani rispetterà il contratto ?
«Non ho detto questo. Per adesso resta, a giugno non ne sarei convinto».
Sia più chiaro Raiola: la prossima estate qualcuno sborserà i 63 milioni della clausola rescissoria per portarlo via?
«Sicuro. Solo cinque club al mondo se lo possono permettere: Barcellona, Real Madrid, Manchester City, Chelsea e Paris St. Germain. Siete abbastanza intelligenti per capire da soli dove giocherà Cavani il prossimo anno».
Il Paris St.Germain fa la corte anche ad Hamsik?
«Penso di sì. Ma il caso di Hamsik è diverso da quello di Cavani. Marek è un ragazzo speciale, ha una filosofia di vita che rispetto anche se non condivido. Un calciatore non deve mai rinunciare a migliorare e a cercare nuovi stimoli. Chi giura fedeltà è come se non volesse progredire: guardate Totti, che senso ha per un campione restare tutta la vita sempre nella stessa squadra? Se però davvero Hamsik crede in quello che fa, è giusto che resti a Napoli».
Napoli-Roma sarà decisiva per il futuro in campionato delle due squadre?
«Forse. La Roma ha acquisito la mentalità che aveva il Napoli un anno fa: non molla mai. Gli azzurri hanno accusato qualche battuta a vuoto ma sono ancora in tempo per rifarsi. Così come le altre non sono fuori dalla lotta per il titolo, pure il Milan può dire la sua».
Come finirà il big match del San Paolo?
«Spero 5-4 per il Napoli».
Rifarsi significa puntare ai primi tre posti ?
«No, anche allo scudetto. Tutte possono rientrare, voi a Napoli dovreste ricordare bene quel tricolore perso con Maradona nell’88. Sembrava già vinto, invece in poche giornate il Milan fece l’impresa».
Meglio concentrarsi sul campionato o sull’Europa League?
«Il Dna di un grande team si riconosce subito: punta su tutto, non molla niente. Questo fa la differenza con le squadre normali. Il Napoli non può concentrarsi su un solo obiettivo dopo quattro mesi di campionato».
Come si comporterà la società azzurra sul mercato di gennaio?
«Il problema non è muoversi ma come muoversi. È sbagliato il sistema delle squadre italiane: quando devono rinforzarsi vanno a pescare fuori, trascurando i propri vivai. All’estero accade esattamente il contrario. Facciamo l’esempio del Napoli: in estate ha preso Uvini, un giovane promettente che ha fatto bene anche nelle partite di Europa League. Perché adesso non può diventare titolare, forse il Napoli ha in mano il nuovo Thiago Silva? Il Milan senza Ibrahimovic sembrava spacciato in attacco: ha dato fiducia a El Shaarawy e ora il ragazzino è il più forte di tutti».
E allora non bisogna comprare?
«Non si va sul mercato perché spinti dalle pressioni della piazza. Oggi offre garanzie solo un top-player: il Napoli può permetterselo? Credo di no, e allora rischiare per rischiare, meglio dare fiducia ai giovani che ha in casa».
Come sono oggi i rapporti tra Raiola e De Laurentiis ?
«Sono migliorati, abbiamo poche idee in comune ma ci confrontiamo spesso».
Qualche affare in vista?
«Non adesso. Forse a giugno».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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