Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, è intervenuto ai microfoni di Si Gonfia la Rete in onda sulle frequenze di Radio Crc. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: “Obiettivo salvezza? È un campionato disgraziato, spero nella salvezza. Stiamo lavorando sul mercato, nel girone d’andata abbiamo avuto una serie incredibile di infortuni sopratutto nel reparto difensivo. Non è un campionato facile per noi. Sulla scelta De Zerbi? Ho una grande esperienza, ho già avuto allenatori giovanissimi come Spalletti, Ventura, Zaccheroni. Avevano una mentalità vincente. Non mi ha deluso il lavoro di De Zerbi, quanto la presunzione. Doveva essere un pò più umile e ascoltare i consigli di chi faceva la categoria, diventerà però un ottimo allenatore. È un esperienza che gli può servire, sono rimasto deluso perchè ci credevo tantissimo. Sul campionato del Napoli? Il Napoli è una bella squadra, lotta con una super potenza anche economica che è la Juventus. È difficile tenere i calciatori con una squadra che fattura 400 milioni e un’altra che ne fattura 150. È un problema che esiste un pò ovunque. Resta una bellissima squadra, sta facendo un bellissimo campionato. Un conto è puntare allo scudetto, un altro è restare al vertice. È difficile però che una squadra che fattura 150 milioni batta una squadra che ne fattura 400. Ogni tanto può accadere che chi fattura 400 stecchi un campionato, ma è una cosa rara. Pavoletti e Nestorovski? Nestorovski somiglia più ad Inzaghi, entrambi sanno far gol. Contano i numeri. Nestorovski è una grande sorpresa anche per me. De Laurentiis mi inviò un messaggio circa tre mesi fa chiedendomi il calciatore, ma a gennaio è incedibile. Poteva partire a giugno, ecco perchè ha preso Pavoletti. Non è Higuain, ma il macedone ha il carattere forte del Pipita. Per fare le regole giuste ci vuole la cultura giusta. Noi abbiamo una cultura del calcio sbagliata e facciamo regole sbagliate, al contrario di ciò che accade in Inghilterra. Voglio lasciare il Palermo per la mia età, ho 75 anni età. Sto cercando investitori stranieri, spero nella fine di quest’anno che possano entrare in società. Nel nostro paese combattiamo con una crisi economica folle, il calcio ne subisce. Tranne la Juventus o altre poche squadre, non ci sono più capitali e imprenditori nel nostro paese che sono stati distrutti. Andare in B non è una morte, può darsi che significhi anche resuscitare. Resteremo però in Serie A.”
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