Prima di lasciare Napoli ha voluto pubblicare una sua foto mentre trascina un trolley. L’ha fatto tramite Instagram. «In partenza per Bruxelles», ha scritto Dries Mertens, concedendosi un selfie che lo mostra sorridente e gasato. Con il lungo stop che attende Lorenzo Insigne toccherà a lui cimentarsi su quella fascia che il napoletano aveva fatto sua grazie ad un continuo crescendo. Ora, invece, l’ex folletto del PSV Eindhoven non solo dovrà sobbarcarsi gli straordinari ma anche interpretrare il ruolo dell’esterno sinistro come lo richiede Benitez: di grande sacrificio in fase passiva, con sufficiente altruismo nelle ripartenze, con il dovuto cinismo negli ultimi trenta metri. Mertens non è Insigne in quanto a caratteristiche. Più esplosivo nella corsa, più egoista in zona tiro, meno geniale sulla trequarti. Non a caso, il tecnico spagnolo lo impiegava a gara in corso, quando gli avversari accusavano il calo; e non a caso, lo aveva quasi sempre schierato in ambito europeo laddove gli spazi per verticalizzare si trovano con maggiore facilità piuttosto che in campionato. Una sola gara per intero aveva giocato finora, il nazionale belga, a Bergamo con l’Atalanta, proprio in sostituzione di Insigne e non è che avesse brillato. Sicuramente più incisivo in Europa League, avendo peraltro siglato anche i primi gol stagionali, con la doppietta allo Sparta Praga.
Mertens, dovrà, quindi applicarsi di più. Almeno fino a gennaio non ci sarà ricambio naturale in quel ruolo, per cui occorre che l’attaccante di Lovanio dia il massimo e si metta al servizio della squadra. In questa stagione, Mertens non ha inciso come nella precedente o come nelle aspettative del tecnico. Ha patito più del dovuto l’impegno del Mondiale e la successiva pausa. Ed ha sofferto sul piano psicologico la mancata qualificazione in Champions League, avendo fatto parte tra l’altro della formazione base che scese in campo al Saint Mames nella gara di ritorno con l’Athletic Bilbao. Mertens non è riuscito a ritrovare quell’esplosività nella corsa che ne aveva fatto uno degli esterni più insidiosi nella passata stagione. Non ha inciso quando è stato lanciato nella mischia da Benitez con la speranza di un’accelerazione all’intera manovra d’attacco. E veniva utilizzato esclusivamente nelle gare di Europa League proprio per fargli trovare la condizione e nello stesso tempo far riposare Insigne.
Lontano insomma dall’attaccante che un campionato fa aveva realizzato undici gol e fornito quattro assist. Ma dalla gara con il Cagliari in poi, toccherà a lui. E Mertens dovrà convincere l’allenatore di essere in grado di adoperarsi anche nella fase di non possesso come gli riuscì in talune sfide cruciali in campionato (con l’Inter al San Paolo) o in Champions League (con l’Arsenal). Il belga è capace di sacrificarsi e giocare per il collettivo, se trova la condizione ed è ispirato.
Intanto, prima di rispondere alla chiamata in nazionale, Benitez gli ha rivolto la raccomandazione di dosare le energie e di tenersi pronto a rimpiazzare Insigne. Wilmots, ct del Belgio, un po’ aiuta: oggi Mertens nell’amichevole con l’Islanda partirà dalla panchina, mentre domenica è atteso dalla partita valida per la qualificazione agli Europei contro il Galles e lì avrà sicuramente spazio. Tra l’altro ai Mondiali, l’attaccante del Napoli venne impiegato in sei gare su sei, segnando un gol all’Algeria e partecipando per mezzora alla sfida con l’Argentina per i quarti di finale. Ma dopo il doppio impegno con la nazionale, Benitez lo aspetta a Castelvolturno perché senza Insigne ci sarà bisogno del vero Mertens.
Mertens, dovrà, quindi applicarsi di più. Almeno fino a gennaio non ci sarà ricambio naturale in quel ruolo, per cui occorre che l’attaccante di Lovanio dia il massimo e si metta al servizio della squadra. In questa stagione, Mertens non ha inciso come nella precedente o come nelle aspettative del tecnico. Ha patito più del dovuto l’impegno del Mondiale e la successiva pausa. Ed ha sofferto sul piano psicologico la mancata qualificazione in Champions League, avendo fatto parte tra l’altro della formazione base che scese in campo al Saint Mames nella gara di ritorno con l’Athletic Bilbao. Mertens non è riuscito a ritrovare quell’esplosività nella corsa che ne aveva fatto uno degli esterni più insidiosi nella passata stagione. Non ha inciso quando è stato lanciato nella mischia da Benitez con la speranza di un’accelerazione all’intera manovra d’attacco. E veniva utilizzato esclusivamente nelle gare di Europa League proprio per fargli trovare la condizione e nello stesso tempo far riposare Insigne.
Lontano insomma dall’attaccante che un campionato fa aveva realizzato undici gol e fornito quattro assist. Ma dalla gara con il Cagliari in poi, toccherà a lui. E Mertens dovrà convincere l’allenatore di essere in grado di adoperarsi anche nella fase di non possesso come gli riuscì in talune sfide cruciali in campionato (con l’Inter al San Paolo) o in Champions League (con l’Arsenal). Il belga è capace di sacrificarsi e giocare per il collettivo, se trova la condizione ed è ispirato.
Intanto, prima di rispondere alla chiamata in nazionale, Benitez gli ha rivolto la raccomandazione di dosare le energie e di tenersi pronto a rimpiazzare Insigne. Wilmots, ct del Belgio, un po’ aiuta: oggi Mertens nell’amichevole con l’Islanda partirà dalla panchina, mentre domenica è atteso dalla partita valida per la qualificazione agli Europei contro il Galles e lì avrà sicuramente spazio. Tra l’altro ai Mondiali, l’attaccante del Napoli venne impiegato in sei gare su sei, segnando un gol all’Algeria e partecipando per mezzora alla sfida con l’Argentina per i quarti di finale. Ma dopo il doppio impegno con la nazionale, Benitez lo aspetta a Castelvolturno perché senza Insigne ci sarà bisogno del vero Mertens.
Fonte: Corriere dello Sport
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