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Quagliarella: “Non esulterei al San Paolo, il Napoli in Coppa anche per merito mio”

Fabio Quagliarella ha rilasciato un’intervista a “La Stampa” in cui ha parlato anche della gara del 9 Gennaio contro il Napoli:

Il 2011 sarà l’anno di Fabio Quagliarella?
«Rispondo tra 365 giorni».

Intanto s’è portato avanti per battere il suo record di gol.
«Di questi tempi ero arrivato a nove anche con la Sampdoria, vediamo. Se dicessi che non ci penso, sarei ipocrita, perché la speranza è di farne il più possibile: ma vorrei gol che facciano punti, gli altri non mi interessano».

Di tacco, da lontano, in rovesciata: normali?
«Faccio anche quelli. Ma per quelli c’entra il mio istinto, che mi spinge a provare giocate improbabili».

Il segreto è non aver paura, disse.
«È così. Poi, alla lunga, vedi che qualche tiro va dentro, e allora hai maggior fiducia»

Da dove prende l’ispirazione?
«Lo facevo da quando ero ragazzino. Poi vedo i gol in televisioni, e alcuni mi piacciono proprio. Allora mi dico: ci devo provare».

Gianluca Basile, che nel basket tirava da otto metri, li chiamava ignoranti: lei?
«Tiri da incosciente. Tanto che quando me li rivedo in tv, mi dico: cavolo, dal campo la porta mi sembrava più vicina. Ma da lì ho tirato? Meno male che è entrato. Stupisco anche me stesso».

Il più bel gol del calcio?
«Per eccellenza, è quello di Diego ai Mondiali, per la facilità di come è arrivato in porta. Inimitabile».

Peschi tra i suoi.
«Da centrocampo, con il Chievo, e al volo contro il Napoli con la maglia dell’Udinese. E con il Napoli, contro l’Atalanta. Me li ricordo quasi tutti. O il gol al Mondiale: per me era all’esordio, un pallonetto, anche se non è servito a niente».

Idoli di gioventù?
«Montella, Shevchenko. Lo stesso Del Piero, e come fai a non dire Ronaldo, un fenomeno».

Ha rubato qualche colpo?
«Da ragazzino provavo a imitarne qualcuno: ho sempre giocato in cortile, non ti dico le rovesciate sull’asfalto. Milioni e milioni di volte, poi andavo su e prendevo delle mazzate da mio padre. E giustamente,sfondavo tutto: pantaloncini, jeans».

Cosa manca alla Juve per essere da scudetto?
«In ogni squadra si può sempre migliorare».

Che cos’ha il Milan in più?
«È una squadra che ha molta esperienza e tanti fuoriclasse, non solo Ibra, e Pirlo, per il quale stravedo. Ma occhio anche all’Inter, ritornerà».

Nel frattempo è arrivato Quagliarella: sorpreso da se stesso?
«Ero sereno, sapevo che avrei giocato nel mio ruolo, seconda punta».

Però è l’eterno sottovalutato: perché?
«Forse non balzo gli occhi alla critica perché faccio una vita normale. Sono poco personaggio».

Ci può provare: dicono abbia soffiato la ragazza a Ronaldinho.
(sorride). «Macché, con Sara Tommasi siamo solo amici, veramente. La conosco da un mese e mezzo».

Incavolato? Per i critici, non per l’amicizia.
«Certe volte mi diverto. La cosa più bella è smentirli. Come al Mondiale: mi avevano fatto fuori già al primo giorno di ritiro. Perché mi vedevano triste: difficilmente facendo le ripetute vedi uno sorridere, mentre si fa un mazzo così».

Sottinteso: ho sgobbato tanto per essere qui.
«A livello professionistico ho giocato in tutte le categorie e nessuno mai m’ha regalato nulla, neppure una briciola. Merito dei sacrifici, della voglia di arrivare e sudare, e di superare i momenti difficili, con l’aiuto della famiglia».

Si faccia un regalo per il 2011.
«Vincere qualcosa, sarebbe ora: fin qui ho vinto solo un campionato di serie B».

Rimpianti?
«No, rifarei tutto. Dagli errori, migliori»

Tra sette giorni ritorna a Napoli.
«Una partita speciale e bella, so che i biglietti sono già tutti venduti»

S’aspetta fischi?
«Se si deve valutare da quello che uno ha fatto in campo, come è giusto che sia, con il Napoli sono andato in Coppa, e non ci andava da anni: credo che un briciolo di merito sia anche mio. Poi ognuno valuti a modo suo».

Diciamo che fa gol.
«Non esulterei».

La Redazione

C.T.

Fonte: tuttojuve

 

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