Felicemente sorpreso. Nella doppia veste di commissario tecnico e di «padre adottivo». Destro, Immobile, Insigne, Verratti, El Shaarawy, De Sciglio, l’alternativa italiana alla solita invasione straniera, Cesare Prandelli li conosce bene per averli – ha confessato – seguiti molto da vicino in quello straordinario laboratorio artigianale che è stata la rappresentativa Under 21 di Ciro Ferrara. «Sono tutti molto bravi e la cosa altrettanto importante è che giocheranno in un campionato molto equilibrato dove almeno cinque, sei squadre lotteranno per vincere lo scudetto».
Un passo alla volta. Favoriti anche senza Conte in panchina?
«Non è e non sarà un grande handicap la sua assenza. Anche perché Carrera è bravo e lavora in piena sintonia con Conte. Nel corso dei novanta minuti della gara, poi, la presenza del tecnico è certamente importante ma non proprio fondamentale».
Domenica ha visto proprio il Napoli vincere facilmente a Palermo.
«E ho visto una grande squadra, ricca di personalità e che gioca proprio un bel calcio. Ma per me non è stata una sorpresa, perché gli azzurri sono da tempo una delle formazioni italiane più spettacolari. Ho ancora davanti agli occhi le prestazioni nella Champions della passata stagione. E poi contro aveva un signor avversario: sono certo che il Palermo si risolleverà presto perché Sannino è un allenatore molto preparato».
E che idea si è fatto?
«Non posso che dar ragione a tutti coloro che ne parlano in maniera entusiastica. A Palermo si è mosso molto bene su tutto il fronte d’attacco, mostrando agilità e notevole tecnica individuale. Ha talento, grande facilità di inserimento. Come tanti altri nel nostro campionato».
Dunque Insigne vada avanti sereno e non faccia drammi se a settembre non arriverà la prima convocazione?
«È nelle mani giuste, quelle di un allenatore preparato come Walter Mazzarri che saprà dosare alle perfezione il suo talento. Insigne lo ascolti e continui a lavorare come sta facendo in questi mesi e come ha fatto la passata stagione in serie B a Pescara».
Anche senza Lavezzi e Gargano?
«Sono campioni, magari ai tifosi dispiace la loro partenza ma i risultati del Napoli hanno già dato una risposta: il progetto va avanti e la squadra è forte come lo era lo scorso anno».
Ha visto che prova quella di Cavani?
«È un giocatore fantastico».
Tanti giovani talenti in Italia: cosa fare per farli esplodere?
«Sarebbe bello avere la bacchetta magica e trasformarli subito in campioni. Ma con loro bisogna avere pazienza, la loro maturazione deve completarsi senza fretta: nel corso della stagione avranno alti e bassi. Ma sono normalissimi per i giocatori di quella età. I giovani però portano entusiasmo e l’entusiasmo facilita il lavoro di assemblaggio».
Tra le promesse, c’è un altro ragazzo napoletano: Ciro Immobile.
«Tutti quelli che hanno disputato l’ultimo biennio con Ferrara sono bravi e da prendere in considerazione».
La nostra serie A, secondo lei è retrocessa in seconda fascia?
«È il nostro Paese in crisi. E in periodi come questi i presidenti dei club devono aguzzare l’ingegno e mettere a punto progetti seri».
Ma perdere in una manciata di anni Pastore, Eto’o, Ibra, Thiago Silva non è un po’ troppo?
«C’è ben poco da fare. Ma questo non significa che il livello del nostro campionato sia basso. Questa è una stagione di cambiamento e non è detto che sia un male per il calcio italiano».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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