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Pietro Vierchowod: “Il Napoli ricorda la mia Sampdoria. Scudetto? Devono crederci fortemente”

"Vincemmo a Napoli per 4-1, c'era Diego che mi fece i complimenti"

Lui sa come si fa. Perché Pietro Vierchowod, campione del mondo nell’82, ha vinto lo scudetto con una squadra fuori dal triangolo Milano-Torino, la Sampdoria, e ha marcato – bene – gli attaccanti più forti di quegli anni. Nel 92 è arrivato anche a un passo dal trofeo più importante, quella Coppa dei Campioni sfilatagli sotto il naso nel tempio di Wembley in finale contro il Barcellona. Oggi aspetta una panchina per rilanciarsi dopo l’avventura in Ungheria, dove ha allenato la storica squadra dell’Honved. Ecco uno stralcio delle dichiarazioni rilasciate ad Il Mattino:
Vede il Napoli come la vera favorita per lo scudetto?
«Inutile negarlo: la squadra di Sarri è sempre uno spettacolo, ma lo scorso anno ha pagato qualche calo di tensione. Per vincere bisogna essere sempre sul pezzo».
Vuol dire che le manca ancora qualcosa?
«Anche noi ai tempi della Sampdoria eravamo un po’ la sorpresa del momento, ma ci credevamo fortemente e alla fine abbiamo vinto lo scudetto. Il Napoli di oggi ha tutte le carte in regola per essere come noi».
Napoli-Sampdoria che si giocherà domani quali ricordi le fa venire in mente?
«Oggi è tutta un’altra cosa perché il Napoli lotta per lo scudetto mentre la Samp ha un ottimo organico, ma inferiore a quello degli azzurri».
A cosa le fa pensare lo stadio San Paolo?
«La prima cosa che mi viene in mente è la partita che vincemmo a Napoli per 4-1 nell’anno del nostro scudetto».
In quel Napoli c’era Maradona.
«La cosa bella per me che ero difensore era poterlo marcare e ammetto che il più delle volte ci sono anche riuscito bene. Lo stesso Diego mi ha fatto i complimenti».
Si parla del poco turnover che applica Sarri.
«Fa bene ad affidarsi agli stessi, perché evidentemente li ritiene i migliori. Nella stagione del nostro scudetto noi avevamo anche gli impegni di coppa ed eravamo in 18. Giocavamo sempre gli stessi 11 ed entravano sempre le stesse tre riserve. Giocare sempre non porta obbligatoriamente a un calo: credo che se non giochi perdi il passo. Certo, erano altri tempi, ma a noi andava benissimo così».
Ma oggi chi vede come il nuovo Vierchowod?
«È bruttissimo da dire, ma non vedo nessuno a quei livelli».
Davvero?
«Purtroppo siamo venuti a mancare in una specialità tutta italiana: i difensori. In tutte le squadre di vetta la maggior parte dei difensori sono stranieri ed è per questo che abbiamo difficoltà anche in Nazionale. Tolti Chiellini e Bonucci c’è poca roba».

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