Il ct azzurro Antonio Conte analizza il momento del calcio italiano ai microfoni di 1904, magazine della FIFA: “Il miglior calcio attualmente si gioca in Inghilterra, seguita da Spagna e Germania. La Serie A è solo al quarto posto, non c’è dubbio su questo. Il calcio italiano è stato di gran lunga il migliore un tempo: era uno dei tornei più attraenti del mondo e tutti volevano giocarci. Quando siamo diventati campioni del mondo nel 2006, il 66% del calciatori di Serie A erano italiani. Oggi la cifra è scesa al 34%. Ed i proprietari dei club non sono più disposti ad investire ingenti somme di denaro nelle loro squadre. Questo perché c’è semplicemente mancanza di denaro in Italia. Nazionale? Tutta questa situazione si riflette inevitabilmente sulla Nazionale italiana. C’è un minor numero di calciatori convocabili. Io comunque sono ancora ottimista per il futuro della Serie A: siamo sulla buona strada per tornare in cima. I club hanno iniziato ad investire di più nelle giovanili e la Federazione ha lanciato un ambizioso progetto di sviluppo. Stiamo vivendo un periodo molto eccitante che potrei paragonare a quello che si è visto in Germania 15 anni fa, quando la Federcalcio tedesca aveva avviato la creazione di centri di formazione in ogni regione. E tutti quanti sappiamo quanto si sia rivelato vincente questo progetto, con la nazionale che si è laureata campione del mondo nel 2014 con i bambini che sono stati formati in quell’era. Gruppo azzurro? I miei giocatori sanno che apprezzo la disciplina e la decenza. Anche il rispetto reciproco è molto importante. Se c’è tutto questo, allora ci sono le basi per una buona cooperazione. In termini di gioco, invece, sono un fan del calcio offensivo. I grandi successi in Italia sono stati costruiti sul catenaccio? E’ vero, ma il catenaccio ed il contropiede hanno ormai fatto il loro tempo. Dobbiamo voltare pagina: il calcio è cambiato drasticamente. Ed ho la sensazione che la mentalità stia cambiando in Italia. Qual è la mia idea di calcio offensivo? Non significa passare rapidamente in avanti dopo aver recuperato palla, ma trovare il giusto equilibrio tra attacco e difesa. Sacchi? Arrigo Sacchi è stato un grande allenatore. Ha cambiato il calcio italiano col suo stile di gioco e ancora oggi possiamo beneficiare di questa sua rivoluzione. Ma io non voglio semplicemente copiare qualcun altro: voglio imparare dal passato e prendere tutto il possibile da questo per migliorarmi”.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro