Nel corso dell’evento “Napoli che passione: sport, cultura ed alimentazione” è intervenuto il dott. Alfonso De Nicola, medico sociale della Ssc Napoli. Ecco quanto riportato dal nostro inviato: “A Napoli si lavora benissimo, ho cominciato la mia seconda avventura in azzurro nel 2005 e c’era voglia di far bene. Anche noi abbiamo commesso degli errori, alcuni peccati di gioventù ma voi non li avete mai conosciuti. Una società forte ed un gruppo di lavoro valido: arrivati in serie A siamo cresciuti e con noi tutto l’ambiente. Pian piano sono arrivati anche i risultati che hanno cancellato tutti i nostri errori. Quel che ci ha aiutato è stato la collaborazione con le altre università: questa città ha delle ottime eccellenze e da alcune di queste provengono i nostri collaboratori sanitari; il dott. Canonico proviene dalla SUN. Ci siamo serviti dell’appoggio dei migliori medici e specialisti, tutto finalizzato, ovviamente, per fornire ad i nostri atleti il meglio. Confronto con Benitez? All’estero non c’è uno staff sanitario nelle società di calcio; ogni calciatore ha il proprio medico di fiducia. All’inizio era un pò restio ma l’abbiamo convinto a provare e si è trovato bene, così come ci siamo trovati bene noi. Devo sottolineare che non è una persona che fa tanti complimenti e se ci dimostra la propria stima, è un grandissimo passo avanti. Rapporto con i calciatori? Gargano ha un feeling particolare col dott. D’Andrea. Che personaggio è Benitez? Un allenatore scrupoloso che difficilmente sbaglia. A Napoli è arrivato con tanta voglia di far bene ed ogni propria scelta tattica è frutto di mille pensieri: studia gli avversari, i movimenti. Appunta quanto corre un calciatore, quanti movimenti angolari compie. Ripeto, le sue scelte sono figlie di cento idee diverse che gli fanno schierare questo o quel calciatore. Errori commessi? Savini doveva essere operato al quinto metatarso del piede e non lo facemmo, un errore che non commettemmo poi con Gargano, Bogliacino e Britos. Miglior atleta visitato? Cavani. Al Napoli quasi tutti sono grandi atleti solo in passato abbiamo avuto problemi con Behrami per via del suo ginocchio che era stato curato male e gli dava noie. Valon è una bella persona, conservo un piacevole ricordo del ragazzo. Insigne e Ghoulam meritano una menzione speciale. Pensate, all’indomani dell’infortunio di Firenze, Lorenzo era già uscito dalla sala operatoria. Il mio lavoro consiste nella programmazione, l’atleta deve soffrire il meno possibile e cancellare quanto prima il ricordo. Discorso diverso è stato l’infortunio di Rafael che ha preferito tornare in Brasile, ma qui parliamo di un ragazzo di 23 anni che viveva in una città nuova ed aveva bisogno di essere accompagnato anche per le esigenze primarie. Sapete cos’è la Mirror Therapy? Un gruppo di neurologi ha scoperto che un’area del cervello conserva tutti i movimenti imparati in precedenza: quando un calciatore si infortuna, spesso ha paura di colpire il pallone con la parte del corpo recentemente curata e quasi “dimentica” come si fa. Con questa terapia, invece, i calciatori ricordano e riutilizzano i propri arti. È per questo motivo che vogliamo che i nostri ragazzi rientrino in gruppo quanto prima e vedano i propri compagni giocare. Alimentazione? Tutto sotto controllo. Controlliamo masse grasse, magre, forniamo loro delle tabelle e delle diete personali. Parliamo di ragazzi che in media hanno tra i 25 ed i 28 anni, professionisti seri. Visite cardiologiche? Certo, sono fondamentali. Noi li controlliamo due volte l’anno mentre in altre società lo fanno una volta sola e nemmeno. Dopo averli visitati, avvisiamo i ragazzi e se occorre, oltre la prova da sforzo programmiamo anche degli ecocardiogrammi.
Cosa è importante per il recupero degli atleti? La vasca riabilitativa, deve essere presente in tutte le società. Differenze tra Mazzarri e Benitez? Sicuramente è cambiata la preparazione atletica. Con Benitez sono diminuiti gli infortuni muscolari ma aumentati quelli traumatici. Con Mazzarri e Pondrelli il lavoro senza palla rappresentava il 20-30% del lavoro organico. Con Benitez ed il suo staff si lavora sempre col pallone: si potenziano alcuni movimenti e poi noi interveniamo compensando a “riabiltare” l’arto meno utilizzato. Resa maggiore? Con Mazzarri la squadra andava forte poi subiva un calo e nuovamente ripartiva; con Benitez si viaggia in media, sempre al 80-90%. Novità? Sicuramente la libertà che concede Benitez è importante e permette ai ragazzi di lavorare serenamente. Quattro giorni di riposo mentale tengono lontano lo stress e aiuta loro a vivere meglio. Psicoterapeuta? No, ogni calciatore decide di parlare con me o con altri dottori in privato, nelle giovanili invece c’è uno psicologo che aiuta i ragazzini. Parliamo sempre di ragazzi tra i 13 ed i 17 anni che spesso vivono lontano da casa.”
Dal nostro inviato al Clubino, Francesco Gambardella
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