Sei le stagioni con il Toro, appena una con il Napoli che andò a finire con il suo calcio «pane e salame» in serie B. La domanda sembra dall’esito scontato. «Per chi tifo domani? Ma per nessuno… Anche il club azzurro ha fatto parte della mia vita. E io non posso certo dimenticare quella stagione». Emiliano Mondonico più che l’ex ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones adesso è un capociurma, commentatore inevitabilmente ruvido alla Rai.
Mondo, iniziamo da stasera. Chi vince il derby d’Italia?
«A parte quelli che tifano per la Juve, penso che il resto della nazione si aggrappi al giovane Stramaccioni e al suo modo inedito di guidare i nerazzurri. Credo che finirà pari, però se fosse proprio l’Inter a violare il campo di Torino non mi stupirei».
Parla da ex granata, lo confessi?
«Premessa: se ci fosse stato a bordocampo Conte, la Juve avrebbe fatto un solo boccone dell’Inter. Io appartengo alla categoria di quelli che non credono che il lavoro del tecnico si esaurisca a pochi minuti dall’inizio della gara. Anzi, il lavoro più impegnativo si svolge in panchina e nel corso dei novanta minuti».
Superiamo la premessa.
«Stramaccioni è l’allenatore più innovatore che abbia la serie A. È uno che rompe il gioco dell’avversario, che lo neutralizza modificando il suo schieramento di volta in volta. E non lo fa per difendersi, ma per attaccare meglio. L’unico tecnico che non ha praticamente un modulo fisso».
Dunque stasera farà marcare Pirlo a uomo e a tutto campo?
«Ma è scontato. Come fece con Diamanti a Bologna: gli piazzò addosso Mudingayi e non lo fece respirare. Poi la domenica dopo è tornato al tridente. L’Inter gioca così, si adatta. Pure se davanti a sé ha la Sampdoria. Si dice che la sua sia una squadra ”femmina”. Una ”femmina” che comanda il gioco, però».
Il Napoli è fuori dai giochi per il titolo?
«Il secondo tempo di Bergamo lascia intendere che la squadra è viva, reagisce. Certo, la prima parte lascia perplessi: il gioco azzurro è rimasto troppo a lungo in balia di quello dell’Atalanta».
L’alibi c’è: l’assenza di Cavani?
«Ecco, lo sapevo. Questo è il limite del Napoli: non si può stare in ansia per le condizioni di un solo giocatore per così tanto tempo. Anche se si chiama Cavani».
Insomma, gli azzurri possono rientrare in gioco per lo scudetto?
«Sì. Ma il punto è un altro: la Juve vince pure se si stiracchia, il Napoli se non va al massimo e se non è al top non ci riesce. Questa è una differenza non da poco».
Meno male che domani il Napoli gioca in casa e arriva il Torino.
«Non sarà una gara così semplice. Gli esterni di Ventura sono ossi molto duri che costringeranno Dossena e Maggio a inseguirli».
Azzurri favoriti anche se non c’è Cavani?
«Beh, al San Paolo la musica cambia. I tifosi sono capaci di dare una iniezioni di energia unica in Italia. Però il Napoli il problema di non avere una prima punta di riserva ce l’ha. Eccome se ce l’ha».
Pandev proprio non si adatta?
«E come potrebbe? Fa una fatica bestiale. A Bergamo nel primo tempo ha sofferto. Poi quando Mazzarri ha cambiato, perché Mazzarri non è un integralista, anche lui ne ha tratto grossi benefici».
E allora, se non c’è il Matador?
«Il Torino si batte con la pazienza, ma attenzione: i granata sono in netta ripresa, con la Lazio hanno dato prova di essere sulla strada giusta dopo l’immeritata sconfitta col Cagliari».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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