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Mondonico: “Benitez, punta tutto sulle coppe! Con l’Atalanta una semplice formalità…”

«Questa manifestazione è un po’ come una metafora della fiaba di Esopo: quando la volpe non arriva all’uva ebbene si comincia a concentrare sulla Coppa Italia». Emiliano Mondonico l’ha vinta nel ’93, quando guidava il Torino. E la vinse, dice, senza fare turnover.

Però adesso è l’occasione per far giocare le riserve?
«Perché gli allenatori non hanno carattere e approfittano di queste occasioni per far giocare chi in campionato gioca di meno. Ma io penso che una riserva debba continuare a fare la riserva anche in Coppa Italia perché questa è un torneo molto affascinante».

E come la mettiamo con le rose sovraffollate di Juve, Roma e Napoli?
«Però piace a tutti alzare un trofeo a maggio. E allora perché trascurare gli ottavi di finale? Se ho capito come la pensa Benitez, penso che non rivoluzionerà completamente la sua squadra contro l’Atalanta, credo che punterà a vincere il trofeo come ha fatto in Inghilterra».

Non sarà un Napoli-2, ma i campioni magari tireranno il fiato: non crede?
«Ma non tutti. Forse Higuain, magari anche Callejon che tanto sta giocando in campionato. Ma è anche l’occasione per Rafa di valutare Zapata. Ecco, in questo senso la Coppa Italia può essere funzionale ma non mi piace che venga trattata come se fosse un fastidio, un ostacolo lungo il cammino. Chi lo fa, poi se ne pente sempre».

Già, se le big hanno la puzza sotto il naso, anche le piccole però non hanno atteggiamento differente.
«Sì, è vero. Anche Colantuono ha lasciato a casa molti dei titolari. Che dire? Sbaglia. Io con l’Atalanta feci un miracolo nell’88: l’obiettivo era il ritorno in serie A ma non per questo trascurammo la Coppa delle Coppe, a cui prendemmo parte perché l’anno prima la vincitrice della Coppa Italia, il Napoli, aveva vinto pure lo scudetto e giocò la Coppa dei Campioni. Ebbene arrivammo in semifinale. La morale? Sbagliato pensare solo al campionato ma puntare anche alle coppe».

Tra le riserve del Napoli e quelle dell’Atalanta chi passa il turno stasera?
«Quelle del Napoli. Ma se Colantuono mostrasse un po’ di coraggio per gli azzurri sarebbero dolori».

Lo farà?
«No. Sarà concentrato sulla lotta per la salvezza, alla sfida con il Cagliari, a raggiungere il prima possibile i 40 punti».

Il Napoli deve pensare ancora allo scudetto?
«Si trova davanti una Juve stratosferica. Meglio puntare alla Coppa Italia e all’Europa League che sono due traguardi eccezionali. Vincerli significa trasformare questa in una stagione d’oro».

Lei ha allenato l’ultimo grande belga che ha giocato in Italia, Vincenzino Scifo. Che ne dice di Mertens?
«Lo stesso entusiasmo, la stessa capacità di infiammare la sfida con i propri lampi. Poi però parliamo di due talenti differenti in tutto: uno un regista, l’altro un attaccante scattante. Ma due grandi personalità».

Fonte: Il Mattino

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