Ospite negli studi di Sky Sport, il tecnico dell’Inter Walter Mazzarri, ha parlato di numerosi temi legati al club milanese e non solo, in occasione della presentazione del suo libro.
Sul fatto se abbia mai pianto: “Quando sono andato via da Napoli, ho deciso di parlare ai ragazzi nello spogliatoio. Avevo deciso di non dire nulla fino all’ultima giornata per conquistare tanti punti in campionato, quando ho annunciato l’addio ho pianto e sono stato accolto dagli applausi dei ragazzi”.
Sull’esperienza in Champions con il Napoli: “Quando conquistammo la qualificazione festeggiai tanto con i ragazzi, il primo pensiero fu verso mio figlio Gabriele. All’esordio a Manchester non feci caso alla musichetta della Champions, preparai la gara nei minimi particolari. Nessun dettaglio doveva essere trascurato, avevo tanti ragazzi all’esordio nella massima rassegna europea”.
Sulla permanenza a Napoli: “Non vivo mai la città, anche se con Santoro sono andato tante volte in centro. Quando sono stanco preferisco non uscire, ho sempre fatto così. A Napoli come a Milano, penso già a cosa fare il giorno successivo. La mia vita è sempre stata in funzione del campo, credo che tutti i presidenti abbiano apprezzato questa mia dedizione al lavoro”.
Su Insigne: “L’anno scorso ha giocato 37 partite su 38, non tutte dall’inizio. Se fossi rimasto a Napoli, sarebbe stato un calciatore dal quale ripartire. Anche Cavani al Palermo non era un top player, così come Lavezzi e Hamsik. Si sono formati con me, ho lavorato anche per il club valorizzando i calciatori. Lo stesso Napoli, quando sono arrivato io, lottava per altri obiettivi”.
Fonte: calciomercato.com
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