Peppe Mascara, gregario di lusso del Napoli di Mazzarri, ospite di Radio Marte, commenta a freddo la bellissima vittoria a San Siro e fà il resoconto dei suoi sette mesi in azzurro: “A dir la verità siamo rimasti un pò delusi del fatto che ci si sia soffermati solo sugli episodi arbitrali. Ho sentito troppi pochi complimenti, abbiamo fatto una gara perfetta e mi infastidisce che si pensi all’arbitro e non ai segnali dati in campo. Abbiamo parlato tra di noi e questo è il pensiero un pò di tutti. La nostra gente però s’è accorta delle nostre qualità e della grinta che mettiamo in campo. La gente sogna lo scudetto? Sognare non è reato, noi calciatori però dobbiamo rimanere ben piantati con i piedi per terra, vivendo partita dopo partita. L’assist a Maggio? Sono contento, ma il grandissimo merito è suo, ha fatto uno scatto da centometrista e butttato dentro il mio passaggio, sono soddifstatto della mia terza assistenza da quando sono qui. Infortunio a Pandev? Gli faccio i miei auguri, e anche se il suo forfait mi aprirà più spazi spero si riprenda il prima possibile. Sapevo che quest’anno avrei giocato meno, ma la concorrenza può solo far bene e poi abbiamo tre competizioni. L’emozione Champions? Esordire al San Paolo è stato indescrivibile, è come se prima di iniziare a giocare avessi avuto dei flash back di tutta la mia carriera, dai campetti impolverati alla musichetta di Champions. Non ho iniziato nell’Inter o nel Milan, ho fatto una grandissima gavetta e questo mi ha fatto godere il doppio. Il segreto per vincere contro gli squadroni? Farli correre! In questo modo perdono di lucidità, i Campioni già affermati non sono abituati a coorere dietro la palla, noi sì. Il mio ruolo ideale? E’ in campo! Mi basta giocare, sarei disposto anche fare il vice De Sanctis. La Juve? Da quello che si è visto in queste prime giornate possiamo dire che è una squadra molto organizzata, l’allenatore è preparato e seguito e stanno vivendo un ottimo momento. Poi per giudicarli con più obiettività dobbiamo aspettare di sfidarli. Il mio rapporto con Mazzarri? E’ buono, c’è stato confronto sin dall’inizio; tra di noi c’è sempre stata franchezza, cosa che va al di là del rapporto allenatore-giocatore, la franchezza è alla base di ogni rapporto nella vita. Lo spogliatoio lo rispetta per il suo carattere e perchè riesce a non esaltarsi dopo le grandi vittorie e non abbattersi dopo le sconfitte. I compagni con cui ho legato di più? Con tutti, Lavezzi in primis, non credevo fosse così una brava persona, ora capisco perchè tutti lo amano in Città. Quando entri a far parte di un gruppo già collaudato devi assumere un profilo disponibile, anche se giochi di meno. Chi se la tira non è visto di buon occhio e non riceve l’aiuto dei compagni, in campo come fuori dal gioco. Napoli? E’ la mia seconda città, l’unica per cui avrei potuto lasciare il mio Catania. Il mio sogno? Vincere qualcosa prima di chiudere la carriera.”
La Redazione
M.P.
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