Rafael Martín Vázquez, uno dei componenti della famosa Quinta del Buitre’, fu presente nel doppio confronto tra Napoli e Real Madrid di trent’anni fa. L’ex fantastista, che militò anche nel Torino all’inizio degli anni ’90, riavvolge il nastro al 1987 e dice la sua sull’attuale sfida tra azzurri e blancos. Che indicazioni le ha lasciato la partita di andata al Santiago Bernabeu tra Real Madrid e Napoli? «Ho visto un Napoli audace, propositivo, che non ha avuto paura di venire a giocare il suo calcio a Madrid, e questo è già di per sé un motivo di vanto. Aver messo in difficoltà il Real nei primi minuti è stato frutto del bel gioco degli uomini di Sarri, che dalla cintola in su possono far male a chiunque, in Italia e in Europa».
Poi, però, il Real ha rimontato e avrebbe potuto dilagare… «Il Real Madrid è abituato a giocare partite di Champions League, competizione che ha vinto per undici volte. Anche se da inizio anno non è sicuramente nelle migliori condizioni, è una squadra che sa reagire mentalmente alle difficoltà e si è visto quando ha rimontato. Ma, nonostante quanto detto da molti giornalisti nel post partita, il Napoli ha fatto vedere sprazzi di gran calcio».
Il 3 a 1 lascia speranze al Napoli nel match di ritorno? «Senza dubbio. È un’eliminatoria ancora aperta, soprattutto adesso che il Real Madrid sta attraversando un periodo poco felice in difesa. Per il Napoli sarà fondamentale segnare quanto prima per provare a crescere alla distanza, ma ho notato che anche gli azzurri stanno incassando parecchi gol e ciò gioca a favore degli uomini di Zidane, che alla fine un gol lo segnano sempre».
Si giocherà, però, nella bolgia del San Paolo, uno stadio che lei conosce bene per averci giocato trent’anni fa… «Il San Paolo è senza dubbio uno dei punti di forza del Napoli. La passione della gente e l’entusiasmo per questa eliminatoria prestigiosa, oltre al bel gioco, possono rappresentare un problema per il Real, nonostante i suoi giocatori siano esperti e abbiano disputato gare importanti».
Che ricordo ha di quella partita del 1987? «Ricordo uno stadio pieno di gente e di passione che sosteneva una grandissima squadra nella quale non c’era solo Maradona ma anche Careca. E ricordo che tutto fu difficile quel giorno, dalla preparazione alla prestazione in campo, anche se avevamo dalla nostra il 2 a 0 dell’andata che ci favoriva molto di più del 3 a 1 che portano in dote Ronaldo e compagni».
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