«A me le nuove avventure non spaventano. Figurarsi, io vengo da Sines, il paese di Vasco da Gama, il grande conquistatore dei mari. E se ho detto sì al Napoli è perché voglio seguire le sue orme: anche per me è arrivato il momento di conquistare qualcosa di importante». Non male per uno che a 26 anni non ha neppure la patente ma che qui nel ritiro degli azzurri, in Val di Sole, si è lasciato già travolgere dall’entusiasmo contagioso dei compagni di squadra. Mario Rui Silva Duarte («Sì vabbè ma già nelle giovanili del Valencia cancellarono subito Silva Duarte»), profilo basso ma determinazione alle stelle, si allinea e offre la sua disponibilità. Ecco le sue dichiarazioni lasciate in esclusiva sulle pagine de Il Mattino:
Cosa farà per entrare subito nel cuore dei tifosi del Napoli?
«Mostrerò la mia grinta, la mia determinazione, la mia grande voglia di riscatto. Vengo da un anno difficile e in questa stagione mi voglio riprendere tutto quello che non sono riuscito ad avere nello scorso campionato».
Sarri è l’allenatore con cui ha giocato di più. Come lo ha trovato rispetto a Empoli?
«Uguale. Mi dà una voglia matta lavorare con lui: quando l’ho conosciuto all’Empoli ero solo un terzino che pensava a spingere e a fare cross. È arrivato lui e mi ha detto che per crescere dovevo migliorare la fase difensiva… Non ho parlato molto con lui qui, l’ho fatto prima di arrivare e so quello che mi aspetta».
Che anno è stato per lei?
«Un anno duro. Non avevo mai saltato una partita per infortunio prima di farmi male a Boston. Non ero preparato ad affrontare questa eventualità e mi è caduto il mondo addosso».
Qualche aggettivo per definire Rui?
«Sono uno generoso, che è sempre disposto ad aiutare il compagno, perché ho sempre pensato che, se dai una mano a qualcuno in difficoltà, poi hai la speranza che pure lui possa darle a te quando toccherà a te chiedere aiuto. Ma se non lo fai tu…».
Una curiosità: come fa a stare senza social?
«In realtà, da poche settimane mi sono arreso anche io e ho l’account su Instagram. Ma non sono ancora un genio, non riesco a fare le cose che vorrei… Non so se durerà a lungo».
A Dimaro sembra una rimpatriata: ha trovato tanti ex compagni dell’Empoli e il vecchio staff?
«È una bella atmosfera. Ma so che questo non mi aiuterà a giocare di più. Sarri e gli altri non fanno sconti a nessuno, non sarò di sicuro avvantaggiato».
In pole per il titolo chi c’è?
«La storia degli ultimi anni dice Juve. Però se la bellezza conta, è il Napoli davanti a tutti».
Lei è un terzino non particolarmente alto: come ha fatto a diventare così bravo lo stesso?
«Altro merito di Sarri. Mi ha fatto lavorare sulla concentrazione. Mi ha spiegato che giocando con la testa, sarei riuscito a prendere la palla in un contrasto aereo posizionandomi meglio del mio avversario, partendo prima, facendo i movimenti giusti prima di lui…».
È vero che l’ha convinta Giuntoli venendo direttamente a casa sua, a Casal Palocco?
«Non solo. Per tre settimane ha fatto bene il suo lavoro ed è stato bravo a leggere il mio momento…».
Stasera probabile il suo esordio nell’amichevole con il Chievo a Trento?
«È un test importante, contro un avversario di serie A e che ci aiuterà a capire come sta la squadra dopo tutti questi giorni di lavoro in montagna. La Champions si avvicina e per quel giorno dovremo essere al top».
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