Intervista in esclusiva de “Il Corriere dello Sport” al centrocampista slovacco del Napoli Marek Hamsik sul momento della squadra, sulla sfida al Milan e sulla sua stagione.
Hamsik, ricorda quello che pensò l’11 gennaio del 2006, a tarda sera?
«Ero talmente felice del mio primo gol con il Brescia in Italia, a San Siro e al Milan, che non riuscivo a pensare…» .
Ricorderà ciò che le passò per la testa, invece, l’11 maggio del 2008?
«Che avevo segnato una gran rete, dal punto di vista tecnico».
Il suo più bello?
«Non so se il più bello, so che fu una gran bel gesto: settanta metri palla al piede, poi una serie di finte. E io che ero un debuttante, in serie A, di fronte avevo i difensori del Milan».
Saprà che lei ad Allegri è sempre piaciuto tanto, che la ritiene un giocatore di livello superiore alla media.
«La stima di un tecnico così prestigioso, che ha saputo vincere lo scudetto con il Milan, che è protagonista del calcio italiano mi inorgoglisce. E’ un onore per me e sono fiero».
Lei, Cavani e Pandev: al di là dei numeri, vi sentite i più forti?
«Atto di presunzione che non mi strapperete mai. Intanto io sono uno al quale piace muoversi, giocare tanti palloni, avere la possibilità di essere sempre nel vivo della manovra. E poi, sinceramente, io non penso di essere un top player».
Cavani lo è?
«Lo dicono i numeri, basta rileggere le cifre di questi suoi tre anni a Napoli. Sì, Edinson lo è».
Lo sistemi in una sua personalissima classifica, nella quale non rientrino Messi e Ronaldo.
«Tra i primi cinque attaccanti al mondo, poi ognuno è libero di scegliere dove sistemarlo: dunque, Cavani, Ibrahimovic, Van Persie, Rooney e Falcao».
Torniamo a lei e i consenta: quello di quest’anno è l’Hamsik più bello…
«Probabilmente sì. M’è andata bene in inverno, non ho avvertito la solita crisetta. Mi piace il ruolo, mi piace il modo in cui stiamo giocando».
Il Milan dell’ultimo quadrimestre è una macchina perfetta.
«Hanno fatto una grande rimonta, hanno superato brillantemente il momento difficile, hanno uomini di valore in qualsiasi zona del campo».
Il Napoli viene da tre vittorie consecutive.
«Che ci hanno permesso di allungare. Sentivamo la pressione dei rossoneri, si erano attaccati alle spalle. Ma abbiamo tenuto duro, siamo stati bravi a rimetterci a distanza di sicurezza».
In sintesi, chi sta meglio?
«Questo può dirlo solo il campo. Direi che il Napoli ha tratto beneficio da questi ultimi successi, che ci hanno restituito coraggio e serenità interiore. Possiamo guardare dietro senza troppa ansia, però pure senza troppa leggerezza».
«Che vale la Champions, nel caso in cui riuscissimo a non perdere».
Ma la Fiorentina è a dieci punti, che poi sarebbero undici…
«Noi vogliamo il secondo posto, non pensiamo ad altro. Però anche dieci punti sono tanti, figuriamoci undici. E’ chiaro che a Milano dovesse andar bene, sarebbe pure quel un discreto vantaggio».
Non più allo scudetto?
«Quello è della Juventus, da tempo. Lo hanno meritato, hanno dimostrato di essere una squadra di valore, giocando sempre con piglio autorevole».
A voi cosa è mancato per giocarvelo?
«Le vittorie con il Bologna e magari quella a Verona. Una certa continuità di risultati. Sono certe gare che fanno la differenza, in classifica e nel morale, e io penso che con quei sei punti, tre dei quali li avevamo in tasca a pochi minuti dalla fine, ora saremmo a ridosso dei bianconeri. Lo dice pure l’aritmetica».
Vi vanno bene due risultati su tre.
«Ma il Napoli non andrà a Milano per puntare al pareggio, sarebbe un errore gravissimo e non siamo disposti a commetterlo. La nostra mentalità ci suggerisce di fare sempre la partita, di giocarcela, di provarci. I calcoli non appartengono alle nostre abitudini e penso che si sia notato in queste stagioni».
Cosa significherebbe la seconda qualificazione diretta in Champions?
«Traguardo sensazionale, meraviglioso. Ci proietterebbe ancora in una dimensione da favola e rappresenterebbe il nostro piccolo scudetto».
Tolga un giocatore al Milan…
«Per quello che sta dimostrando in queste settimane, ma per le qualità che ha in assoluto, direi Montolivo. A Firenze ha fatto praticamente tutto lui, il gol, l’assist e una prestazione di spessore. Mi sembra sia in grandissima condizione. E poi è molto meglio che non ci sia Balotelli: con lui i rossoneri hanno fatto un bel salto di qualità, non trovarselo dall’altra parte sarà comunque un vantaggio».
Come finirà questo match?
«I pronostici non fanno per me, non mi piacciono e portano male. Io sono scaramantico come tutti i napoletani, anche se vado sempre in giro con la maglia numero 17…».
Lei è napoletano dentro, ormai: tant’è vero che ha anche comprato casa a Villaggio Coppola, due passi da Castelvolturno…
«Una scelta di vita, come si dice in questi casi: c’era la disponibilità, un mio amico la vendeva ed abbiamo deciso di prenderla. Ci sto bene, benissimo».
Sa tanto di residenza definitiva.
«Non guardo lontano, vivo il presente e mi godo questo momento favoloso. Qui sono felice, lo sono io e lo è la mia famiglia e questo ci basta».
Giochini di mercato che non la riguardano. Ha detto Cannavaro: «io so come fermare Cavani qui a Napoli»…E lei?
«Ma lui è un difensore ed è anche bravo. Io sono un centrocampista e dunque ho meno propensione alla marcatura…».
Complimenti per l’ironia. Ma su Mazzarri come la mettiamo?
(sorriso prolungato…) «Ho un grandissimo rapporto con lui. Io lo terrei legato a noi con tutte e due le braccia, ma sono un calciatore e ci sono argomenti che non sono di mia competenza. Il mercato tra questi. La decisione non può essere mia».
Non c’è più posto per i tatuaggi…?
«Ne ho una ventina e tra un po’ ne vorrei fare un altro…Magari uno scudetto….».
Sei anni di Hamsik a Napoli…
(Sorriso allusivo…) «Sono sempre andato in doppia cifra e sarebbe piacevole riuscire a farlo anche quest’anno. Ci sono vicino, perché sono a nove gol. Nove, capito? Aspetto che voi mi diate quello con la Fiorentina: l’ho toccato con la cresta…».
Vedremo i replay ad oltranza: intanto, si sbilanci su domenica in qualche maniera…
«Sarà una grande partita tra due grandi squadre. E a me va bene anche un assist…».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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