Dall’alto dei suoi trionfi, l’ultimo imperatore di Cina, Marcello Lippi, il ct campione del Mondo nella notte di Berlino, è l’uomo saggio del calcio italiano: resterà a fare il selezionatore a Pechino almeno fino al 2019, provando a far capire a un miliardo e quattrocentomila abitanti che è bello vincere a ping pong ma anche a calcio.
Lippi, è un campionato davvero interessante?
«Anche perché è in un corso una sfida tra due squadre forti, ognuna forte in base a quelle che sono le proprie caratteristiche. Dove, presumibilmente, tutto si deciderà davvero proprio alla fine».
Cosa la colpisce di questo testa a testa tra azzurri e bianconeri?
«È il logico duello tra i due club che negli ultimi anni hanno dato più continuità al proprio rendimento. Dunque, normale che stiano lì, punto a punto, a contendersi il primo posto. Vero che da sei anni vince sempre la Juve, ma è anche vero che il Napoli di Sarri è presente, ha capito come ci si deve muovere e non credo soffra più di vertigini».
Quale la metamorfosi del Napoli?
«Quest’anno ha concretezza. Anche quando non ha il possesso della palla, non mi pare che soffra più come succedeva fino allo scorso campionato…».
La Champions può togliere forza e concentrazione alla Juventus?
«Non toglie nulla, per carità. Anzi, loro sono talmente abituati a giocare a questi livelli, che sarebbe un guaio se non lo facessero. Rischierebbero di perdere la stima di se stessi. Per loro giocare qualcosa di prestigioso porta orgoglio».
E per il Napoli, vale la stessa cosa con l’Europa League?
«Diverso. Anche perché quest’anno, pur senza trascurare questa manifestazione, si concentrerà credo completamente sul campionato. La rosa non larghissima e l’attitudine a non cambiare molto potrebbe condizionarli».
Cosa deve fare il Napoli per arrivare davanti alla Juve?
«Quello che sta facendo mi pare straordinario, impossibile fare di più. Peraltro il cammino del Napoli in trasferta è davvero unico, neppure mi ricordo l’ultima sconfitta esterna. Il punto è che non può mai mollare, perché se lo facesse si ritroverebbe la Juve addosso».
Sarri un po’ si lamenta per il calendario?
«Sono schermaglie, normali, ogni anno ce n’è una».
I giocatori italiani che più le piacciono?
«Mi piace Cristante un bel po’, lo vedo forte, completo, già pronto per una grande squadra. E non voglio mettere il coltello nella piaga, ma Verdi mi sembra un attaccante pronto per una big».
Ha fatto bene Sarri a chiamarlo?
«Certo che ha fatto bene. Tanto lo fanno tutti».
L’intervista integrale sull’edizione odierna de Il Mattino
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